PERCHE’ IL MINISTRO NORDIO DOVREBBE DIMETTERSI

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

PERCHE’ IL MINISTRO NORDIO DOVREBBE DIMETTERSI.

Entriamo nel merito della riforma Nordio. Il ministro ha deciso di eliminare il reato di “abuso d’ufficio”. A sostegno dell’idea Nordio invoca ragioni pretestuose e inconsistenti.
Nordio afferma che la “paura della firma” dei funzionari pubblici unitamente a sprechi pubblici per procedimenti inutili, siano ragioni sufficienti a eliminare l’abuso d’ufficio. A corredare la tesi il dato che lo scorso anno sarebbero stati archiviati 3536 dei 3938 fascicoli aperti.
Cominciamo col dire che il dato è sbagliato: nel 2022 i procedimenti definiti con l’archiviazione sono stati 3.536 su 4.481. Il dato è in linea con quello del 2021 e ciò significa che se il reato in oggetto non esistesse, 945 casi, direi troppi, non sarebbero stati discussi.
Occhio non vede e cuore non duole.
Esaminiamo la “paura della firma” a cui si aggrappano Nordio e il governo.
Il numero elevato di procedimenti dipende, ricordiamolo, “dall’oscurità” delle regole del diritto amministrativo – si pensi all’edilizia e all’urbanistica – e ciò può far sospettare facilmente abusi dietro una decisione pubblica. E’ compito dell’autorità giudiziaria filtrare la massa delle denunce. L’archiviazione di otto procedimenti su dieci suggerisce, che è facile avviare procedimenti con una denuncia, quanto l’efficacia della magistratura nel fermare i procedimenti destinati a finire nel nulla.
Questa capacità di filtro evita un inutile affollamento di fascicoli sui tavoli di pubblici ministeri e giudici. Se restano sul piatto solo i reati perseguibili, perché la paura della firma se si è onesti?
D’altra parte è vero che se è troppo facile denunciare esiste una selva di norme ambigue ma cancellare un reato non è la soluzione: l’abuso d’ufficio andrebbe visto nell’ottica, derelitta per il nostro ministro genio, della tutela della pubblica amministrazione e dei cittadini che vi entrano in contatto.
La norma oggi inefficiente, è un’arma spuntata di cui la magistratura dispone per inquisire condotte di abuso e strumentalizzazione del potere pubblico a fini privati. I dati del Casellario giudiziale aggiornati a maggio 2022, relativi alle sentenze definitive di condanna, ci dicono che dal 1997 al 2020 risultano iscritte oltre 3.600 condanne, non una manciata.
Tuttavia Nordio dice “non importa”. D’altra parte la nostra solida reputazione consente di ignorare osservatori internazionali che valutino il rinforzo giuridico contro l’illegalità e il malaffare nella pubblica amministrazione.
Gli abusi di potere dei pubblici funzionari sono puniti ovunque, in Europa e non solo; noi che facciamo? Eliminiamo il reato.
Come può il nostro Paese giustificarlo senza imbarazzo. Il rischio è esporre il Paese a critiche internazionali analoghe a quelle sollevate dall’OCSE nel suo ultimo rapporto sull’Italia in relazione alla corruzione internazionale.
Il rischio si moltiplica se valutiamo che è stata presentata ufficialmente lo scorso 3 maggio una proposta di direttiva europea sulla lotta alla corruzione che, all’articolo 11, impegna gli Stati membri a prevedere come reato l’abuso d’ufficio (abuse of functions), così definito: “il compimento o il mancato compimento di un atto, in violazione di legge, da parte di un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni al fine di procurare a tale funzionario o a un terzo un indebito vantaggio”.
La proposta di direttiva riproduce in sostanza una previsione della Convenzione ONU contro la corruzione (art. 19), ratificata da 189 nazioni, ITALIA COMPRESA. Ma al ministro tutto ciò non interessa perché suppone che le considerazioni di sopra siano troppo complesse e sia meglio raccontare “la paura della firma”, ovvero una cavolata.
Per concludere: non sono ministro ma se le ragioni per affossare l’abuso d’ufficio sono quelle di Nordio, allora sono più bravo di lui e dovrebbe dimettersi, in tanti faremmo meglio di lui.