DEAL BREAKER

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

DEAL BREAKER

Non passa giorno senza che questo governo alimenti la mia ripugnanza sfornando a getto continuo cose sempre più turpi per minare pilastri della democrazia come la Magistratura e l’Informazione e affidando alle mezze calzette sparse sul territorio il compito di reprimere ogni forma di minoranza non gradita al potere politico ed economico.
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Che ci piaccia o no il secolo delle rivoluzioni e delle guerre civili è finito da un pezzo e non tornerà in questa parte di mondo dove quasi tutti avrebbero qualcosa da perdere, mettiamoci l’anima in pace. Per opporci a questo tsunami di purissima merda abbiamo, massacrata da una legge elettorale oscena e neppure sappiamo per quanto tempo ancora, soltanto la via democratica.
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Occorre quindi un’opposizione, e dopo aver sperimentato la volatilità di un movimento populista e velleitario come i Cinquestelle altro non rimane che coagularsi intorno al Partito Democratico oppure rifugiarsi nei piani alti per chi ancora ne dispone ed osservare l’onda marrone che avanza.
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Un patto elettorale con un partito che mai ho votato e che non mi è mai piaciuto fino in fondo, meno che mai nelle moderne declinazioni imposte dai vari Renzi, Gentiloni o Letta. Ora c’è Elly Schlein a rendere questo patto possibile, una borghese armocromatica che certamente mi assomiglia più di qualsiasi altro segretario l’abbia preceduta, ma come spesso capita stipulando accordi mi trovo davanti a quello che gli anglosassoni chiamano “Deal Breaker”, un ostacolo insormontabile che potrebbe mandare tutto all’aria: l’invio di armi all’Ucraina.
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E’ una scelta difficile che ancora non ho fatto, da una parte lo tsunami di merda fascista e dall’altra la strage programmata dall’occidente ed eseguita da Putin. Difficile, ma non potrò restarmene ai piani alti ancora per molto.