LE BUCHE DI TARHUNA

DI CLAUDIO KHALED SER

CLAUDIO KHALED SER

 

L’apparenza inganna.

Quando arrivi da Tripoli, te la trovi davanti quasi all’improvviso, coricata su di un fianco sulle prime colline del Gebel Nefusa.
TARHUNA é una piccola città, qualche caffé, qualche negozio, qualche moschea.
Sembra il solito villaggio arabo dove niente d’importante succede e la vita si consuma tra gli ulivi e le pecore al pascolo.
Ma avverti, entrando dalla strada di Al-Mazr che c’é qualcosa di cupo intorno, un’aria di sospetto che tutto non é come sembra.
Ne hai la certezza quando chiedi alla guida di salire verso il Gebel.
Lui ferma la jeep e dice che NO, da quella parte NO, non si va.
Sono andato a piedi mentre Abdel, scuotendo la testa, mi diceva di ritornare.
Volevo vedere, capire e sapere se era vero quello che si diceva.
E lo era.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante attività all'aperto
Le buche ti apparivano davanti, alcune appena scavate, altre frettolosamente richiuse.
Sotto quella terra rossastra c’erano, ci sono, oltre 300 Persone.
Massacrate e buttate nelle buche.
Uomini, Donne, bambini hanno concluso qui il loro viaggio disperato.
TARHUNA é il capolinea della morte, venivano portati qui i prigionieri inutili dei lager libici, buttati nelle fosse e finiti a colpi di mitra.
Poi la terra copriva l’olocausto.
La Brigata dei fratelli Kani da anni imperversava in quel triangolo di terra, un dominio assicurato da quel caporale impazzito di nome Khalifa e di cognome Haftar.
Un dominio del terrore spezzato solo dalla scelta dei miliziani di spostarsi più a sud, verso il Fezzan, lasciando la cittadella e le sue “buche”.
L’avevamo detto, l’avevamo scritto, avevamo chiesto di intervenire.
L’hanno fatto cinque anni dopo.
E hanno scoperto il massacro, i resti di coloro che erano Persone ed ora sono solo ossa in una buca.
In quei giorni scrissi su questa pagina, l’orrore di TARHUNA e di come venni preso dai miliziani e scortato fuori dal paese, intimorito dalla canna di un fucile puntato alla testa.
Oggi, scoprono altre fosse, altre ossa, altre buche.
Oggi, il pseudo governo inutile libico, dice che farà un’indagine.
Oggi, dicono, troveremo i responsabili.
Ma per quelle Persone, nelle buche, non ci sarà mai più un “oggi”.
TARHUNA non é la sola “Dachau” libica.
I fratelli Kani non sono i soli criminali nazisti libici.
Haftar non é l’unico “piccolo stupido Hitler”
La Libia, terra violentata dagli occidentali, é in balia dell’orrore.
TARHUNA é solo una, e una soltanto, delle zone di massacro.
Lo sono anche i lager di Bani Walid, le carceri di Sebha, le galere di Kufra, i campi di sterminio di Khom.
E’ qui che il trafficante eritreo Abuselam “Ferensawi”, detto il francese, uno dei maggiori mercanti di carne umana in Libia oggi sparito probabilmente in Qatar per godersi i proventi dei suoi crimini, ha imperversato, divertendosi a sparare alla testa dei Migranti, per “dare un segnale” agli altri.
E’ qui che, ancora oggi, vive ed uccide, l’egiziano Abdellah Kamal, il libico Hamza Darhui e quell’altro infame di Ashetaol Bucha.
Questi sono.
Questi dovete fermare.
Non oggi, ma ieri.
Perché costoro continuano a scavare buche e a riempirle, nel silenzio delle decine di TARHUNA libiche.