40 ANNI FA IL MASSACRO DI SABRA E CHATILA

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Pertini disse: “Il responsabile è baldanzoso al governo in Israele.”

La strage avvenuta nei campi profughi palestinesi di Sabra e Chatila vicino a Beirut tra il 16 e il 18 settembre 1982. Le responsabilità di Israele. L’accusa lanciata da Pertini.

40 anni fa il massacro di Sabra e Chatila. Pertini disse:

40 anni fa il massacro di Sabra e Chatila

Le milizie delle Forze Libanesi il 16 settembre 1982, intorno alle ore 18:00, entrarono nel perimetro dei campi di Sabra e Chatila: per circa quarantott’ore i combattenti maroniti rimasero al loro interno; migliaia di civili, donne e bambini palestinesi furono trucidati. Ufficialmente i morti sono 762, in realtà il numero è più vicino a 3500.

Fu Robert Fisk, corrispondente di “The Indipendent” da Beirut, il giornalista che più ha raccontato la lunga crisi del Libano dagli anni ’70 in poi, a descrivere quello che si trovò di fronte entrando in quei campi disseminati di cadaveri:

“Furono le mosche a farcelo capire. Erano milioni e il loro ronzio era eloquente quasi quanto l’odore. Grosse come mosconi, all’inizio ci coprirono completamente, ignare della differenza tra vivi e morti. Se stavamo fermi a scrivere, si insediavano come un esercito – a legioni – sulla superficie bianca dei nostri taccuini, sulle mani, le braccia, le facce, sempre concentrandosi intorno agli occhi e alla bocca, spostandosi da un corpo all’altro, dai molti morti ai pochi vivi, da cadavere a giornalista, con i corpicini verdi, palpitanti di eccitazione quando trovavano carne fresca sulla quale fermarsi a banchettare”.

Israele sotto accusa

Il primo rapporto delle autorità libanesi parlò di almeno 400 vittime. Ma la successiva informativa dei servizi segreti israeliani alzò il numero a circa 800. Negli anni, attraverso le ricostruzioni e le indagini, si è arrivati alla stima di almeno 3500 morti.

La comunità internazionale mise sotto accusa i leader delle falangi cristiano-maronite, e con essi i leader israeliani. Nello Stato di Israele, in particolare, diversi deputati attribuirono al governo una responsabilità indiretta. In quel momento infatti la zona del massacro era sotto il controllo diretto israeliano e i soldati si sarebbero “voltati dall’altra parte”.

Il 28 settembre del 1982, il Consiglio dei Ministri israeliano – messo sotto pressione anche alla manifestazione di protesta che si svolse a Tel Aviv la sera di sabato 25 settembre 1982 (passata alla storia come “manifestazione dei 400.000”) – fu costretto ad istituire una commissione d’inchiesta sul massacro nei campi profughi palestinesi di Sabra e Chatila.

La relazione della commissione, presieduta da Yitzhak Kahan, sarà completata l’8 febbraio 1983 e attribuirà al premier Begin e al ministro della Difesa Ariel Sharon una responsabilità indiretta dei fatti.

Sandro Pertini, dal messaggio di fine anno agli italiani, il passaggio sui fatti di Sabra e Chatila, 31.12.1983

“Una volta furono gli ebrei a conoscere la “diaspora”…vennero cacciati dal Medio oriente e dispersi nel mondo; adesso lo sono invece i palestinesi…Io affermo ancora una volta che i palestinesi hanno diritto sacrosanto ad una patria ed a una terra come l’hanno avuta gli israeliti.”

“Se vi sono nazioni in cui i diritti civili ed umani sono conculcati, sono annullati, non vi è che un provvedimento da prendere contro queste nazioni: l’espulsione dall’Onu. Non valgono le proteste, se le porta via il vento. Non valgono le polemiche. Siano espulse dalla Organizzazione delle Nazioni Unite. Sia dato loro il bando, siano indicate all’umanità come colpevoli.”

“Io sono stato nel Libano. Ho visitato i cimiteri di Chatila e Sabra. E una cosa che angoscia vedere questo cimitero dove sono sepolte le vittime di quel massacro orrendo. Il responsabile di quel massacro orrendo è ancora al governo in Israele. E quasi va baldanzoso di questo massacro fatto. E un responsabile cui dovrebbe essere dato il bando della società.”

Articolo pubblicato dalla Redazione di

16 Settembre 2022