ADDIO A PIERMARIO IL LIBRAIO DI LATINA CITTA’ SENZA LIBRI

DI LIDANO GRASSUCCI

 

Premetto che non ci andavo d’accordo, troppo distanti nel vedere la vita, nel viverla, e nei punti di partenza.

Con lui ho avuto diverbi forti, anche con parole non belle che ci siamo scambiati, ma è la vita che non cambia davanti alla morte. Detto questo per non legarmi a ipocrisie che non sono mie, e credo neanche a lui, debbo salutare uno, Piermario De Dominicis, che di Latina è un pezzo, un pezzo grosso.

E’ morto ieri, stava male da tempo. Il male prima o poi ci fregherà tutti.

Ma chi era Piermario De Dominicis? Uno che voleva far leggere Latina, una città dove conta la grandezza del cerchio del Suv prima di ogni cosa scritta. Qui non leggono neanche i cartelli stradali, manco le figure. Lui si era messo in testa di farli leggere, un poco come Fitzcarraldo che voleva portare la lirica tra le genti della foresta dell’Amazonia. Poi suonava in un posto dove anche l’idea della musica è piccato, queste sono città del silenzio.

Ci ha provato a mettere in campo la sua utopia. Ha anche avuto accanto uno capace di fare delle sue intuizioni letteratura, e grande letteratura. Parlo di Antonio Pennacchi, hanno dato entrambi qualche cosa a quel tentativo di umanizzare questo posto. Certo in modi, con idee, che non potevo condividere, ma ammirare si, nella loro eleganza. Voleva far leggere, ma voleva anche un poco scegliere cosa farti leggere, un vezzo che gli intellettuali italiani hanno dentro ma non ammettono mai, la deriva pedagogica.

Fu teorico dell’Lbcismo originale, gli fornì una ossatura culturale. Una idea un poco gramsciana dei “conoscitori della storia” che guidano le masse. Scriveva lunghi articoli su latinacittàperta, un portale che ricordava molto i fermenti della sinistra giovanile degli anni settanta, personalmente non ci capivo nulla in una selva di personaggi che erano la riproduzione di quelli della Latina vera ma con troppe cose da presapere, bisognava essere iniziati. Comunque non erano certo destinati a quelli come me quegli articoli, ma al movimento e agli interni del movimento e chi li leggeva si sentiva un poco meglio degli altri.

E’ stato un personaggio significativo di Latina, ha dato del suo in una città in cui tutti prendono. Ha messo in campo le sue idee, hanno fatto mille germogli, a me non piaceva l’albero scelto, il modo di coltivarlo. Ma era vero, era uno vero.

A destra le idee che hanno guidato la citta nel governo della neodestra erano di Nando Cappelletti, così nel movimentismo della civicità piccolo-borghese le idee erano di Piermario De Dominicis.

Se ne va un pezzo di Latina che pensa, uno che voleva risalire con il bastimento il canale Mussolini per suonare alla foce l’Internazionale, come Fitzcarraldo senza foreste ma con il mais.

Ciao Piermario, avremo modo di litigarci a malomodo. Solo questione di tempo.

 

Ps: un abbraccio forte al fratello Marcello, queste mancanze lasciano ferite forti

Addio a Piermario il libraio di Latina città senza libri

 

24 Luglio 2022