CURARE LA CONDIZIONE SOCIALE E’ SEMPRE LA MIGLIORE DIFESA

DI MICHELE PIRAS

 

Nel nostro Paese la spesa militare vale quasi 27 miliardi di euro, non spiccioli.
L’investimento in sistemi d’arma e programmi militari, sia in termini assoluti che se rapportata al PIL, è già oggi molto importante.
Cacciabombardieri, navi militari, elicotteri.
E anche qui si è sempre tagliato dagli stipendi dei lavoratori della Difesa, mentre la spesa militare complessiva è cresciuta di circa 7 miliardi in 15 anni.
Ma soprattutto il nostro è un Paese che esce da anni durissimi, che hanno peggiorato una condizione economica e sociale già difficile, dopo decenni di contenimento salariale, tagli al sistema sociale e pensionistico, tagli all’Istruzione e al sistema sanitario, tagli ai servizi e ai presidi territoriali dello Stato.
Siamo uno dei Paesi europei con il potere d’acquisto dei salari più basso e fra quelli nei quali più forte è stato l’effetto sociale delle cosiddette politiche d’Austerity e di contenimento della spesa pubblica.
Nel Meridione d’Italia e nelle Isole la cosa è palpabile anche solo a voler camminare la sera per le vie del centro di una città o di un paese qualsiasi.
Insomma, esiste uno stato d’emergenza che non finirà il 31 di marzo.
Utilizzare la guerra in Ucraina per portare la spesa militare al 2% del PIL è cosa inaccettabile, in questo contesto ancora meno.
E non c’è nulla di anti patriottico nel sostenere questa tesi.
Sia perché con quella guerra non c’entra nulla, sia perché prima dei patti con la Nato dovrebbero valere di più i patti con la Società, con chi arranca, con chi non ce la fa più, con chi lavora e non riesce ad arrivare alla fine del mese, con chi il lavoro non lo trova, con chi ha diritto a cure e assistenza, con chi ha diritto a studiare e a costruirsi un futuro.
E sarebbe bello che ci si concentrasse su questo, che tutta l’Europa lo facesse, che il nostro Paese fosse d’esempio.
Perché curare la condizione sociale è anche la migliore forma di difesa.