IN DIFESA DEI NO-VAX (SI FA PER DIRE)

DI MARIO PIAZZA

 

Un cervello annebbiato, una ignoranza abissale e un egocentrismo sconfinato hanno aiutato molto nel percorso che ha portato tante persone apparentemente normali alla decisione di non vaccinarsi, ma occorre dire che alcune scelte sbagliate della “governance” hanno dato una grossa spinta.
Sostituire il normalissimo obbligo vaccinale con la pressione delle progressive limitazioni di movimento è stata una grossa sciocchezza, aggravata dal clima di sospetto generato da quelle ridicole assunzioni di responsabilità che ci hanno fatto firmare prima delle inoculazioni, sospetto che nei più allucinati si è trasformato in granitica certezza con la mai chiarita nebulosità di Astra Zeneca.
Un altro imperdonabile errore riguarda la comunicazione ufficiale, sempre perentoria e mai possibilista, che ad ogni passo avanti nel decifrare l’evolversi del virus è stata troppe volte smentita. A questo aggiungiamo la passerella fuori controllo di scienziati sensazionalisti e di strumentalizzatori politici e la confusione, madre di ogni incertezza, ha avuto campo libero.
Il terzo errore è stato non attingere a piene mani a quelle norme del codice penale, dei delitti contro la salute pubblica e del procurato allarme ad esempio, che furono promulgate apposta per casi come questo. Mettere la sordina ai mille ciarlatani che la tv e i giornali ci hanno rifilato sarebbe stata cosa buona e giusta.
Non sono i soli errori commessi, ma se almeno questi tre fossero stati evitati credo che lo zoccolo duro dei no-vax sarebbe stato come minimo dimezzato.