DI GIANCARLO SELMI
La situazione della sanità italiana, nonostante i poteri taumaturgici di “Sua Miracolosità”, continua a franare irrimediabilmente. Solo che adesso nessuno ne parla. Non si può disturbare il manovratore, vietato parlare al conducente.
Ieri ho visto un servizio televisivo che attribuiva alla pandemia il crollo delle richieste di esami clinici, di controlli specialistici e di visite da parte degli italiani. Il servizio mi ha fatto tenerezza. Quella tenerezza che riviene dal vedere gesti o sentire riferimenti amorevoli. Perché in Italia la critica o la semplice constatazione di qualunque cosa, è ormai scomparsa o subordinata alla tranquillità del conducente. Viviamo, per merito di Draghi in un mondo perfetto, in dieci mesi ha sistemato tutto.
E così a nessuno è venuto in mente di attribuire il crollo delle richieste al vero motivo che lo ha causato: una situazione divenuta insostenibile, con richieste di esami e visite che, se non a pagamento, vengono fissate ad almeno sei mesi di distanza, se non più tardi, quando il computer del SSN non risponde “non è possibile effettuare la prenotazione in questo momento”.
Quelli che un anno fa constatavano che la sanità andasse rifinanziata, peraltro gli stessi che con la loro azione di governo, a tutti i livelli, l’avevano de-finanziata, e lo facevano gridando contro Conte che non utilizzava il MES, oggi tacciono.
Il dibattito sul MES… Sembra un secolo fa, quando Renzi arringava le folle televisive, i giornali stranieri ed i parlamentari sul suo necessario utilizzo, motivo, anche quello, per l’apertura della crisi di governo. Ed erano 36 miliardi, tutti da mettere nella sanità. Lo dicevano tutti, ma proprio tutti. I dibattiti televisivi erano pieni di riferimenti al MES, non si parlava d’altro.
Volevano, quindi, 36 miliardi nella sanità. Oggi il “dragone” annuncia, nella manovra, di volerne mettere due e tutti tacciono. Quando non si spellano le mani in applausi. Sono più che sufficienti, bravo! Bene! Sei tutti noi!
E lo schifo della sanità? Si è auto-risolto con una manovrina semplice, semplice.
Quando c’era l’incompetente i servizi non funzionavano. Adesso è colpa degli italiani che non richiedono visite.
L’importante che al manovratore non si rompano i cosiddetti.
Mentre sul MES e il rifinanziamento della sanità: “io non c’ero o se c’ero dormivo. E poi, mica mi chiamo Pasquale?”.