DI VINCENZO G. PALIOTTI
Risultato dopo i tempi supplementari 1 a 1, dopo i rigori 5 a 3 per gli azzurri di Mancini che disputeranno la finale, sempre a Wembley, contro la vincente di Inghilterra – Danimarca in programma stasera alle 21.00, ed il sogno continua.
Bisogna dire la verità, abbiamo sofferto per tutta la gara il gioco della Spagna che stasera ha disputato la migliore gara di questo Europeo, le statistiche parlano chiaro: possesso palla a favore degli iberici 70,1 contro il nostro 29,9. 21 i tiri in porta per la Spagna, 5 nello specchio; l’Italia ha tirato 11 volte, 7 nello specchio. Nei duelli per reparto parità tra noi e spagnoli.
Quasi mai in grado di proporre il proprio gioco, la squadra di Mancini ha dovuto contenere il dinamismo, il palleggio, la superiorità a centrocampo degli iberici impegnati in un pressing a tutto campo che ha impedito l’Italia di ripartire. La nostra forza è stata la difesa, supportata dal centrocampo che ha cercato di filtrare quanto più possibile. Ciò è servito in fase di contenimento ma in quanto a costruzione: poca ed inefficiente.
Nei primi 45 minuti di gara, gli spagnoli, nonostante un possesso palla irritante, hanno raccolto molto poco, tirando 6 volte verso la porta italiana ed una sola volta nello specchio con parata molto difficile di Donnarumma. L’Italia ha fatto meno, trovando il primo tiro in porta al minuto 43 sull’unico affondo in avanti di Emerson Palmieri, schierato al posto dello sfortunato Spinazzola, ma il suo tiro scagliato in piena area ha incocciato il palo alla destra del portiere spagnolo.
Nella ripresa si è visto qualcosa in più da parte azzurra. Meglio schierata con un 4 1 4 1 meno offensivo ma più adeguato vista la pressione spagnola, la squadra di Mancini ha affidato ai pochi contropiedi che gli iberici ci hanno consentito, le nostre speranze di portare a casa il risultato. E, su di una di questa ripartenze, con una palla recuperata dal nostro pressing, Insigne lancia un pallone di esterno destro in area mettendo in ottima posizione Immobile che cede palla all’irrompente Chiesa. Federico evita un paio di avversari e lascia partire un destro a giro che non lascia scampo al portiere Simon. Italia quindi a sorpresa in vantaggio, minuto 60.
La Spagna si scuote e attacca con rabbia velocizzando ancora di più la manovra. Possesso palla sempre più marcato, ora imbattibili anche sulle seconde palle, ormai si tratta di assedio. Ma come nel primo tempo tanto possesso e poche opportunità reali, la nostra difesa regge a fatica ma regge. Intanto Luis Enrique manda in campo Morata, tenuto a sorpresa in panchina, e questi subito si fa notare mettendo in allarme ancora di più il duo Bonucci Chiellini.
Poi anche Mancini cambia qualcosa, entrano Pessina per Verratti, non ai suoi abituali standard, e Toloi al posto di Emerson, buona la sua prova anche se ha dovuto più difendere che spingere sulla fascia.
La nostra Nazionale, pur subendo, sfiora il secondo gol con Berardi che da buona posizione tira, ne esce un pallone lento e facile da parare per Simon.
Sulla ripartenza arriva il pari di Morata con un’azione penetrante che mette lo spagnolo della Juve davanti a Donnarumma che nulla può, 1 a 1, siamo al minuto 80.
Mancini allora cambia ancora qualcosa piazzando stabilmente davanti alla difesa Jorginho. Di Lorenzo va a sinistra e Toloi a destra, la squadra così messa pare frenare meglio il palleggio senza fine degli iberici, che cominciano a sentire la stanchezza. Entrano anche Belotti che rileva Insigne e Locatelli che prende il posto di Barella, sfinito.
Gli ultimi minuti sono giocati a velocità ridottissima e ciò favorisce tanti recuperi dei nostri con ripartenze che creano qualche problema agli spagnoli. Nei tempi supplementari gli spagnoli, sempre più stanchi, continuano con il palleggio che ora però non fa più tanto male e Donnarumma deve intervenire in una sola occasione su tiro di Olmo.
Si va quindi ai calci di rigore: apre Locatelli che si fa parare il tiro da Simon. E’ poi Olmo a fallire il gol tirando fuori. Si arriva sul 2 a 2 quando tocca a Morata. Donnarumma intuisce e para il tiro dello spagnolo. Il rigore decisivo tocca a Jorginho, se segna è finale. Il regista della nazionale con freddezza spiazza il portiere e segna portando quindi la nostra Nazionale in finale.
Ai punti avrebbe vinto, meritatamente, la Spagna ma il calcio è questo e la nostra Nazionale ha portato a casa la finale mettendo in campo cuore e determinazione, in circostanze come quella di ieri sera diventano elementi decisivi in partite dove ci si gioca tanto.
Un plauso va dato a Mancini che in meno di due anni ha rimesso in piedi una squadra che veniva dal fallimento dei mondiali, mancati, in Russia. La nostra rappresentativa non si era infatti qualificata per la fase finale, e ciò non accadeva dal lontano 1958. Mancini ha dato un gioco alla squadra creando un gruppo coeso dove regnano l’armonia, l’amicizia, la scena di Insigne con la maglia di Spinazzola ed il coro a lui dedicato ne è una prova.
Ora aspettiamo di conoscere chi dovremo affrontare domenica 11 Luglio, sempre a Wembley, per il titolo che manca all’Italia dal 1968. L’11 luglio riporta la nostra memoria ad un’altra finale, quella di Spagna ’82 quando l’Italia vinse il suo terzo mondiale battendo la Germania 3 a 1, speriamo sia di buon auspicio.