100 ANNI DI PARTITO COMUNISTA CINESE

DI LUCA BAGATIN

Il 1 luglio prossimo ricorrerà il centenario della fondazione del Partito Comunista Cinese (PCC) e, dal 26 giugno, sarà attivo il sito web http://www.100cpcnews.cn, sia in cinese che inglese, che pubblicherà notizie sulle attività del partito, nonché conferenze stampa e interviste con i media.

Nel sito sarà inoltre presente una sezione riservata ai giornalisti nella quale registrarsi per poter partecipare alle interviste ed alle conferenze.

Il PCC, nato a seguito delle lotte dell’Esercito Popolare di Liberazione, il 23 luglio 2021, guidato da Mao Tse-Tung, confiscò circa l’80% delle imprese private, portandole sotto il controllo pubblico, attuò riforme agrarie e iniziò una campagna per la lotta all’analfabetismo (nel decennio 1949 – 1959 i tassi di analfabetismo scesero dall’80% al 43%).

Dopo l’invasione statunitense della Corea, nel 1950, il PCC inviò un corpo di volontari per appoggiare la resistenza nordcoreana. Sempre negli Anni ’50, dopo una campagna atta a combattere la corruzione e l’evasione fiscale dei capitalisti, nelle aree urbane, il Partito si adoperò per gettare le basi per l’industrializzazione socialista.

L’industria privata, nella Repubblica Popolare Cinese, fu sempre consentita, ma sempre sottomessa al controllo pubblico e della collettività, incoraggiando non solo la democratizzazione delle imprese, ma anche la partecipazione diretta dei lavoratori alla gestione delle stesse.

Nel 1954 fu approvata una legge che permise la trasformazione delle imprese capitalistiche private in imprese miste pubblico-private, nelle quali l’economia socialista era prevalente.

Nel PCC sono sempre state presenti varie correnti politiche, da quella più di sinistra a quella più di destra, passando per il riformismo, corrente che prevalse negli Anni ’70, con Zhou Enlai e Deng Xiaoping.

Negli Anni ’60 il PCC entrò in conflitto con il Partito Comunista dell’Unione Sovietica, accusando la leadership sovietica di Krusciov quale revisionista dei principi marxisti-leninisti. Ciò portò ad una sostanziale rottura dei rapporti fra Cina e URSS e portò la Cina ad aderire ad una politica di autosufficienza economica.

Mao Tse-Tung promosse la Rivoluzioe Culturale, contro ogni revisionismo, ma, ben presto, il prevalere in seno al partito della corrente riformista di Zhou Enlai e Deng Xiaoping, finirà per fare intraprendere alla Cina una strada diversa e meno settaria.

Zhou Enlai riuscì in particolare ad impedire alle Guardie Rosse della Rivoluzione Culturale di saccheggiare il Ministero degli Esteri, di distruggere il palazzo imperiale di Pechino e altri siti storici del Paese.

Negli Anni ’70 fu grazie alle abilità dipolomatiche di Zhou Elnai se la se la Cina riuscì a riappacificarsi con gli USA e ad intraprendere una politica multipolare, che sarà poi proseguita da Deng Xiaopinig e dai suoi successori, compreso l’attuale Segretario del PCC e Presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping.

Dagli Anni ’50 ad oggi la Cina è passata dall’essere Paese agricolo e feudale a divenire pressoché prima potenza mondiale. Mantenendo un sistema socialista, con sì un partito unico, ma aperto a varie correnti interne e che, da Mao ad oggi, ha resistito e si è evoluto.

Luca Bagatin

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