A DRAGHI I MERITI, A CONTE NO

DI EMILIO MOLA

Però, se ci pensate, è curioso.

Durante il secondo governo Conte lo spread è crollato da 233 punti (crisi del Papeete) a 109 (crisi del Conte II). Ovvero circa meno 120 punti. E decine di miliardi risparmiati.
Il tutto nel pieno della peggiore crisi del dopoguerra.

Ma per i suoi detrattori Conte è un incapace.

Draghi arriva, non fa nulla, lo spread continua a calare di altri 10 punti, e giù tutti a gridare al genio, titoloni sui giornali, record storico, scene giubilo, lacrime, beatificazione.

Sia chiaro: l’arrivo di Draghi è una fortuna rispetto al voto e all’arrivo dei sovranisti.

Ma anche questi dettagli dimostrano quale sia stato il trattamento ingiusto e ipocrita, a cui Conte è stato sottoposto in questi mesi, fino alla sua estromissione.

Spero che Draghi faccia tutto ciò che serva al nostro Paese e che gli tocchi sorte migliore.

Per quanto tutti fingano di non sapere che la nostra è una Repubblica parlamentare, non presidenziale, e che quindi alla fine anche Draghi conterà – come tutti i premier – quanto il 2 di briscola quando l’asso è in tavola.

E quell’asso sono gli stessi partiti, la stessa stampa, le stesse corporazioni, gli stessi evasori, le stesse caste, lo stesso sistema, le stesse fette di elettorato, che alla fine decidono tutto e decidono davvero.

E nessuno ne è immune.

Quindi buona fortuna presidente Draghi. Ne avrà bisogno in un Paese che della competenza e del merito non ha mai saputo che farsene.

E che ci mette poco, davvero molto poco, a passare dalla beatificazione alla damnatio memoriae.

Emilio mola