Yemen: scambio di prigionieri

YEMEN: SCAMBIO DI PRIGIONIERI ALIMENTA LA PACE

DI EMANUELA LOCCI

EMANUELA LOCCI

1081 prigionieri sono stati liberati in queste ultime ore, grazie agli accordi tra le parti in lotta nella guerra in Yemen, che prevedono uno scambio di prigionieri.

Questa operazione che è iniziata ieri e continuerà oggi prevede di scambiare i prigionieri, inclusi 15 membri della coalizione guidata dai sauditi che sostengono il governo e due americani, l’operatrice umanitaria Sandra Loli, prigioniera da tre anni e l’uomo d’affari Mikael Gidada, prigioniero da uno. Inoltre saranno restituite le spoglie di un terzo prigioniero americano, Bilal Fateen, deceduto durante la prigionia.

Secondo le notizie diramate dal Comitato Internazionale della Croce Rossa, che sovraintende alle operazioni, 700 prigionieri sono tornati a casa ieri. Nella giornata di oggi dovrebbero essere scambiati i restanti.

L’accordo raggiunto e di conseguenza questa operazione di scambio è considerato dalle parti in conflitto molto importante, perché indicativa di una certa distensione tra le parti.

L’inviato delle Nazioni Unite per lo Yemen, Martin Griffiths durante una seduta del Consiglio di Sicurezza, ha dichiarato che oltre a questi scambi contestuali, le parti stanno lavorando per un cessate il fuoco permanente, che si spera possa essere raggiunto entro l’anno.

Il portavoce della fazione Houthi, Mohammed Abdulsalam ha incoraggiato questa operazione in quanto portatrice di speranza nella costruzione della pace, pace che manca dal 2014.

Lo Yemen, infatti è in guerra dal 2014, impegnato in una contesa che vede contrapposto il governo alla fazione Houthi. Il conflitto che si è inasprito l’anno successivo con l’intervento della coalizione guidata dall’Arabia Saudita. In questi anni si sono registrati migliaia di morti.

Nel 2018 il governo e i ribelli avevano stipulato un accordo per la liberazione di 15000 prigionieri, operazione che doveva fungere da apripista per l’inizio dei negoziati di pace, ma l’accordo non si è mai concretizzato.

Secondo fonti dell’ONU questa guerra ha provocato la peggiore crisi umanitaria al mondo. Oggi a causa della pandemia da Covid 19, la situazione sta degenerando ancor di più. Milioni di persone non hanno i mezzi per sostentarsi, migliaia di bambini rischiano di subire conseguenze permanenti a causa della mancanza di cibo.

Secondo gli analisti le devastanti conseguenze di questo conflitto potranno essere visibili ancora tra venti anni.