SALE LA TENSIONE NEL MAR EGEO

DI EMANUELA LOCCI

Non accenna a diminuire la tensione nel Mediterraneo orientale, anzi stiamo assistendo ad una continua escalation. Nelle ultime ore la Turchia ha annunciato di voler estendere le ricerche di idrocarburi in altre zone del Mediterraneo. La Turchia, quindi non accoglie le richieste europee di limitare le ricerche alle sole aree di pertinenza turche.

Il presidente della Turchia, Erdoğan non sembra intenzionato ad abbassare i toni, le sue ultime dichiarazioni pubbliche rispecchiano la volontà della Turchia di proseguire nella sua politica energetica, che prevede l’auto sufficienza entro il 2023. Le parole del presidente sono eloquenti e mirano a colpire i paesi europei e i loro alleati in Medio oriente : “Il tempo delle potenze coloniali è finito. Crediamo in questa nuova era, gli alleati della Turchia aumenteranno gradualmente”.

Quella che pareva una diatriba tra Grecia e Turchia, i due paesi non hanno mai avuto buoni rapporti, le loro controversie si perdono nella notte dei tempi, ora sta diventando una questione che interessa a più livelli molti paesi, in primis la Francia e gli Emirati Arabi Uniti.

Il presidente francese Macron, che affianca il governo di Atene, non solo ha inviato nel Mediterraneo sue navi e sottomarini, ma si prepara a rafforzare l’esercito greco con la vendita di aerei e armi.

La questione non è limitata ai paesi che si affacciano sul Mediterraneo, ma interessa anche il vicino medio oriente: oggi Macron sarà a Baghdad e anche nel Kurdistan iracheno. La sua presenza in queste zone sottolinea ancora una volta il peso internazionale delle controversie turco-francesi, che si giocano in altre zone ma che hanno una valenza che va oltre i confini del Mare Nostrum.

Gli Emirati dal canto loro, forti del recente accordo con Israele, che gli ha fatti diventare protagonisti nelle questioni mediterranee e Medio orientali, aumentando esponenzialmente il loro valore come intermediari di pace, hanno dichiarato il proprio sostegno alla Grecia. Sostegno già concretizzato con l’invio di aerei per fronteggiare l’escalation l’avanzata delle navi turche nel Mediterraneo.

I rapporti tra Ankara e gli Emirati si erano già raffreddati in precedenza, i due paesi infatti sono su fronti opposti in molti scenari internazionali, da Israele alla Libia.

La questione si fa ancora più complicata a causa delle ultimissime dichiarazioni del governo di Ankara che sostiene il diritto della Turchia di invadere le isole greche di Kastelorizo e Rodi, a causa del trasferimento delle truppe greche effettuato negli ultimi giorni da Atene.

Da queste ultime notizie pare chiaro che la tensione è altissima nell’Egeo e che le richieste di de-escalation da parte del governo tedesco sono rimaste inascoltate. Nel frattempo la Germania dovrebbe iniziare a consegnare i primi 2 dei 6 sottomarini acquistati recentemente dalla Turchia, sembra che la consegna non sia stata ancora perfezionata. In questo frangente la Germania si trova in una situazione delicata visti i rapporti privilegiati che ha avuto da sempre con la Turchia, ma non dimeno la comune appartenenza all’Unione Europea potrebbe presto far propendere l’ago della bilancia verso la Grecia.

La situazione potrebbe esplodere da un momento all’altro, coinvolgendo paesi che fino ad ora hanno tenuto un basso profilo, come ad esempio l’Italia, che sia nello scacchiere libico, che in quello del Corno d’Africa sembra aver ceduto il passo alla Turchia.