Crisi economica Turchia

LA CRISI ECONOMICA DIVORA LA TURCHIA

DI EMANUELA LOCCI

EMANUELA LOCCI

Non sono buone le notizie che arrivano dalla Turchia in relazione alla situazione economica e finanziaria del paese. L’agenzia di rating Moody’s taglia il rating della Turchia ponendola allo stesso livello del Rwanda, dell’Egitto e della Giamaica. La Turchia è passata da B1 a B2, il livello più basso di sempre.

La decisione dell’agenzia è arrivata dopo un’attenta valutazione dell’affidabilità creditizia del paese.

I responsabili di Moody’s hanno spiegato che “i parametri finanziari potrebbero peggiorare più velocemente del previsto” e che “le vulnerabilità esterne della Turchia stanno sempre più verosimilmente per cristallizzarsi in una crisi della bilancia dei pagamenti”.

Moody’s si sta dimostrando prudente, ma la situazione potrebbe essere più precaria di quanto da essa prospettato. Infatti la banca centrale turca non ha più riserve proprie ma sta già attingendo valuta estera dai depositi presenti nelle banche del suo sistema, in pratica dai conti dei cittadini turchi, con la promessa della restituzione.

Sempre secondo Moody’s le riserve di valuta estera presenti in Turchia riferite al PIL sono ai minimi storici e questo è un indice significativo e negativo in riferimento alla situazione economica della nazione del Vicino Oriente.

Il valore della lira turca è in caduta libera da mesi, rendendo difficoltosa la restituzione dei prestiti contratti all’estero. Intanto le scadenze incombono: nel 2021 arriveranno a scadenza debiti in dollari per 170 miliardi. Attualmente sembra le riserve di valuta estera ammontino a meno della metà di questa cifra.

Quindi mentre la Turchia è impegnata su più fronti a livello internazionale, dal Mediterraneo Orientale alla Libia, passando per gli investimenti in Africa, le sue casse potrebbero presto essere vuote e non sarebbe più in grado di portare avanti i suoi gravosi progetti.

La precaria situazione economica è quasi certamente una delle molle che sta spingendo il governo di Ankara nella spasmodica ricerca di giacimenti di idrocarburi, ricerca che però la sta mettendo contro mezzo mondo e la sta rendendo più fragile e isolata che mai.

Il governo in questa situazione cerca di rassicurare gli investitori esteri e i risparmiatori turchi, ma la gli esperti non sono ottimisti circa una positiva soluzione della precaria situazione economica che sta attraversando il paese a causa probabilmente di una sovraesposizione economica e di una serie di affari nazionali che non si sono conclusi come nelle aspettative, primo tra tutti la “bolla” immobiliare degli anni scorsi che sta ancora creando problemi.