AUGURI JOHN LENNON: 80 ANNI DI PEACE, LOVE … AND REVOLUTION

DI UMBERTO SINISCALCHI

Immagitelo ottantenne, simbolo vivente della pace e della rivoluzione al tempo stesso.
Immaginatelo con la sua verve, non tirato per la giacchetta a destra e sinistra come troppa gente ha fatto dopo la sua scomparsa.
Immaginatelo ancora a fare un disco ogni tanto, con un piccolo-grande aiuto di Yoko, dei suoi figli e magari finalmente riappacificato con Paul, il suo gemello diverso, e con l’inseparabile Ringo.
Chi e come sarebbe John Lennon oggi? Certamente non allineato, come sempre. E con tante, tantissime cose da dire se, quella maledetta sera di dicembre, non avesse incrociato quel pazzo di Mark David Chapman, un assassino travestito da fan.
Già, ne avrebbe dette di cose il vecchio John, da Liverpool, in questi quasi 40 anni di assenza dal mondo di noi umani.
Sarebbe stato attuale? Sicuro. Lennon non è mai stato banale. Da quando muoveva la zazzera beatlesiana al ritmo di She loves you, per poi evolvere il suo mondo con In my Life e sperimentare nuovi linguaggi musicali (Tomorrow never knows e soprattutto I’m the walrus).
Un rocker come pochi, modello per centinaia di artisti che dalle sue canzoni hanno trovato la forza di esprimere idee nuove.
Immaginatelo oggi, con una mascherina, a celebrare gli 80 anni con i vecchi successi dei Beatles e le sue canzoni da solista.
Working class hero e Mother, Happyness is a warm gun e Lucy in the Sky with diamonds. E magari, ogni tanto, una vecchia cosa di Chuck Berry e un accenno a Bob Dylan, dal Nobel di Duluth ha preso tanto…
Ma sì, sarebbe ancora il caro vecchio John. E lassù i campi di fragole ci sono davvero per sempre. Pronti ad aspettarlo per una nuova, esaltante avventura.
Auguri John. Avrai sicuramente visto che l’Empire State Building è colorato di blu, in tuo onore.
Grazie da tutti quelli che hai fatto innamorare della musica. Me compreso.
We love you… eight days a week