LA CRISI DELLA FERRARI, UN TEMPO “ORGOGLIO” ITALIANO

VINCENZO G. PALIOTTI

E’ una pena vedere le rosse di Maranello annaspare nel gruppo che non conta, nel gruppo che non ha voce in capitolo né per il titolo piloti né per quello costruttori. Vettel, prima guida del team, taglia il traguardo al 13° posto e Leclerc al 15°, fuori dalla zona punti quindi. A Spa, Belgio, solo una volta una Ferrari, escludendo i ritiri, si era classificata al di fuori della zona punti, nel 2009 con Luca Badoer alla guida della rossa.

Binotto, a capo del team di Maranello, dichiara: “siamo nella tempesta ma non in crisi”, dichiarazione incomprensibile se si guarda il gap tra la rossa e le avversarie di sempre.

A questo si aggiunge la frustrazione dei piloti che ieri è sfociata in un attacco di nervi da parte del giovane Leclerc che, richiamato ai box per ulteriori problemi alla macchina, con la radio accesa si lascia andare ad un: “putain de sa race” ovvero alla lettera “figlio di puttana tu e la tua razza”, riferito al rendimento della macchina.

Ma non solo questo, non si comprende come non si vada ad un’analisi realistica cella situazione, vivendo nella speranza che la macchina dia risultati. Invece c’è da chiedersi se questa situazione non sia poi figlia di politiche sbagliate, di scelte sbagliate.

Guardando al passato, per l’Avvocato la rossa era motivo di orgoglio, il suo “giocattolo” insieme alla Juventus e quindi dedicava a questa grande attenzione, mezzi e uomini per vincere. Evidentemente i suoi eredi non vivono delle stesse passioni dimostrando scarso interesse e quindi poca attenzione.

Come sono lontani i tempi, lontanissimi, dell’Ingegner Forghieri che creò la 312 T che dette alla Ferrari titoli nel campionato costruttori e piloti, con Luca Montezemolo alla direzione del Team. Non così lontani invece i tempi che ci ricordano Ross Brawn, ingegnere che portò alla Ferrari tre titoli piloti ed altrettanti titoli costruttori. Lo stesso passò alla Mercedes, 2009/2013, il suo lavoro dette il via alla costruzione di un team che l’ha portata a vincere a tutt’oggi mondiali piloti e costruttori, con la Ferrari a rincorrere ed “accontentarsi” del ruolo di comprimaria. Enunciare i piloti di quelle epoche non conta, allora questi avevano alle spalle un team di prim’ordine ed una sezione ricerche di livello indiscusso.

Sarebbe quindi opportuno rivedere il team, la sezione ricerche e trovare un altro Forghieri o un altro Brawn, magari affidando la direzione del team a chi ha più esperienza della “materia”, anche i tempi di Luca Montezemolo e Jean Todt sono lontanissimi, per lo sviluppo della macchina e di tutto l’ambiente. La speranza deve essere questa e non riposta nelle defaillance dei team avversari.