COVID, FONDAZIONE EINAUDI PUBBLICA 5 RIUNIONI DEL COMITATO TECNICO-SCENTIFICO

DI FERNANDA TANZILLO,

 

Il governo, dopo le richieste delle opposizioni e del Copasir, ha desecretato cinque verbali.
Giovedì la Fondazione Luigi Einaudi, una onlus che si occupa di ricerca su politica ed economia, per molti anni è stata legata al Partito Liberale Italiano o Destra storica , ha pubblicato i verbali di cinque riunioni del Comitato tecnico scientifico, un organismo che consiglia il governo su questioni sanitarie, che contengono parte delle raccomandazioni alla base dei decreti del presidente del Consiglio (DPCM) che hanno imposto le restrizioni per l’epidemia da coronavirus. I verbali non erano pubblici, ma ad aprile la fondazione Einaudi aveva chiesto al governo che li diffondesse per spiegare il processo che aveva portato alle inedite misure di lockdown.
Sono stati trasmessi nella serata del 5 agosto, alle 21.15 tramite Pec dal capo della Protezione Civile Angelo Borrelli agli avvocati della Fondazione Enzo Palumbo, Andrea Pruiti Ciarello e Rocco Mauro Todero.
I verbali desecretati sono: il numero 12 del 28.2.2020; il 14 dell’1.3.2020; il 21 del 7.3.2020; n.39 del 30.3.2020 e n.49 del 9.4.2020
Mancano i verbali delle riunioni tenute tra i giorni 1 e 7 marzo: sono i giorni clou per quanto riguarda la decisione, mai presa, di estendere la zona rossa che era stata decisa per dieci comuni del Lodigiano anche ai due comuni bergamaschi di Alzano Lombardo e Nembro.

“È stata una battaglia di trasparenza”, racconta Todero .
“Ogni DPCM indicava nella premessa la presenza di questi verbali del CTS come presupposto, quasi come motivazione dell’azione di governo. Il ragionamento filava così: poiché il CTS ha indicato questo, il governo si muoverà di conseguenza. Noi, senza alcun pregiudizio politico né giuridico rispetto all’adozione dei DPCM, abbiamo ritenuto opportuno sapere se le misure adottate erano proporzionate o comunque coordinate con i consigli dei tecnici richiamati nei provvedimenti”

Un chiarimento, rispetto al clamore e alla ressa politica degli ultimi giorni.
Il governo “non ha mai messo il segreto di Stato su questi documenti”.
“Il governo aveva proposto a noi e al Tar di pubblicare i verbali al termine dello Stato d’emergenza”, spiega l’avvocato della fondazione. Poi un intoppo: quell’emergenza doveva finire ai primi di luglio, ma il premier l’ha prorogata fino a metà ottobre. Troppo tempo per attendere di leggere i documenti del CTS.
Dice Todero: “Non è un dettaglio capire se il lockdown sia stata una scelta politica o supportata quasi esclusivamente da considerazioni tecnico-scientifiche, ovvero se le decisioni del governo siano state proporzionali e proporzionate alle raccomandazioni del CTS o siano andate oltre”. “Parliamo della più grande e incisiva limitazione delle libertà personali, del diritto al lavoro, della manifestazione di libertà religiosa della storia repubblicana, una fase che ha toccato il cuore della forma dello Stato liberal democratico”.

Era davvero necessario istituire la Zona rossa a tutto il territorio nazionale?
8 marzo 2020 per diverse ore il caos.
Colpa della fuga di notizie, finite sui principali giornali online, la bozza del decreto del governo con le nuove misure per combattere il coronavirus.
Un provvedimento che contiene norme stringenti e senza precedenti perché vietano l’accesso e l’entrata in Lombardia e in altre quattordici province di quattro Regioni, le misure entravano in vigore proprio dall’8 marzo e fino al 3 aprile.
La stazione Centrale di Milano era stata presa d’assalto da “fuggitivi” che volevano raggiungere città del Sud prima dell’entrata in vigore delle norme.
Il premier è costretto a convocare una conferenza stampa notturna.
Non è un “divieto assoluto“, spiega il premier, “non si ferma tutto”, “non si bloccano treni e aerei: sarà possibile muoversi per comprovate esigenze lavorative o per emergenze e motivi di salute. Ma la polizia potrà fermare i cittadini e chiedere loro perché si stiano spostando in territori” dove la crescita dei casi di contagio porta il governo a disporre misure mai così restrittive.
“Mi assumo la responsabilità politica” delle decisioni che vengono prese in queste ore: “Ce la faremo”, dice Conte a notte fonda.
E lancia un appello alla “auto responsabilità”.

Limitazione della libertà personale e diritto di lavoro?

Il governo ha dovuto prendere delle decisioni cruciali per il paese.
I risultati del lockdown sono evidenti, siamo il paese che ha reagito meglio dopo la Cina.

IL New York Times in un articolo scrisse, “Se l’esperienza italiana ha qualcosa da insegnare è che le misure per isolare le aree colpite e per limitare gli spostamenti della popolazione devono essere adottate immediatamente, messe in atto con assoluta chiarezza e fatte rispettare rigorosamente”.

E il riconoscimento pubblico ricevuto dall’OMS: “Italia modello per l’Europa e per il mondo”

Il Premier ha dovuto prendere decisioni non facili, doveva tener conto di diversi fattori, guardare tutte le questioni a 360 gradi.
Anche alla situazione sanitaria, che in diversi paesi, non sarebbero stati in grado di riuscire a sostenere l’emergenza della Pandemia.
Nella situazione così grave, con un paese da tutelare e da aiutare, non aveva il tempo materiale per elaborare piani o strategie, ma prendere decisioni immediate.
Doveva agire subito.
Ci sono stati sacrifici da parte di tutti, dobbiamo continuare ad essere responsabili e uniti per combattere il virus.
Mai ci siamo trovati di fronte a un’emergenza del genere.