Trump rincorre Netanyahu e bombarda tre siti nucleari in Iran

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Dalla Redazione di REMOCONTRO –

Un criminale di guerra in coppia con un instabile politico. ‘Distrutti gli impianti nucleari chiave, Israele ora è più sicuro’. Il mondo decisamente meno. Il presidente Usa straparla e si congratula con i ‘grandi guerrieri americani’ che sganciano superbombe su un Paese a cui Israele aveva distrutto tutte le difese aeree. Missili su Israele, boati a Tel Aviv

Teheran: “Usa disposti a tutto pur di sostenere Israele”

Ministero degli Esteri iraniano: «gli attacchi statunitensi contro gli impianti nucleari hanno dimostrato che Washington non si fermerà davanti a nessuna illegalità o crimine pur di sostenere Israele. È ormai diventato abbondantemente chiaro a tutti che lo stesso regime che gode di un’appartenenza permanente al Consiglio di Sicurezza non è vincolato ad alcun principio o moralità e non si fermerà davanti a nessuna illegalità o crimine pur di servire gli obiettivi di un regime genocida e

“Guerra pericolosa”: diversi Paesi valutano “assistenza” a Teheran

«Completando la catena di violazioni e crimini commessi dal regime sionista, gli Stati Uniti hanno lanciato una guerra pericolosa contro l’Iran», denuncia Tehran.  Diversi paesi mediorientali e attori internazionali sono profondamente preoccupati per le azioni di Israele e degli Stati Uniti, poichè ciò che sta accadendo potrebbe minacciare i loro stessi interessi nella regione e portare a una guerra su larga scala. Lo scrive l’agenzia ufficiale russa Tass, citando una fonte iraniana.

Escalation irresponsabile

«Timore che le azioni di Israele diventino incontrollabili e che l’attuale escalation si trasformi in un conflitto su vasta scala che potrebbe destabilizzare l’intera regione», ha affermato la fonte alla Tass. «Alcuni Paesi hanno già dichiarato la loro disponibilità a fornire assistenza a Teheran in vari settori, sia direttamente che indirettamente. I governi in questione sono consapevoli di come l’attuale traiettoria delle azioni degli Stati Uniti e di Israele potrebbe minacciare gli interessi a lungo termine di tutti nella regione».

Il volo dei B-2

Una missione di 37 ore tra volo, passaggi per il rifornimento e attacchi: i sei Bombardieri B 2 Spirit che hanno colpito nella notte portando gli Stati Uniti in guerra contro l’Iran al fianco di Israele e utilizzando per la prima volta le munizioni GBU-57 Massive Ordance Penetrator (MOP) sarebbero decollati direttamente da Whiteman, Missouri, la principale base dove sono stanziati. Da rubricare come finta la decisione statunitense di mettere in volo due B-2 Spirit verso Guam, nel Pacifico, facendo pensare a un attacco proveniente da Est:

Il volo dal Missouri

Rifornimenti in volo potrebbero esser stati fatti nell’Oceano Atlantico, a Nord delle Azzorre, in Spagna o Grecia e, infine, alle porte del Medio Oriente sfruttando il “ponte” di tanker schierati dagli Usa, mentre dopo l’attacco all’Iran è possibile che i B-2 Spirit abbiano preso la via dell’Isola di Diego Garcia, nell’Oceano Indiano, per soste tecniche e di nuovo rifornimento.  Il maggior limite operativo di questi velivoli invisibili ai radar è dovuto al logoramento dell’equipaggio, ma per il resto la capacità di proiezione dei B-2 resta indubbiamente invidiabile.

“In Medio Oriente 40mila soldati Usa”

“L’attacco Usa all’Iran rischia di mettere nel mirino di Teheran gli oltre 40.000 soldati americani nell’area. Secondo gli esperti, Teheran risponderà all’offensiva su tre dei suoi siti nucleari e le truppe a stelle e strisce sono le più esposte. Rischia molto anche lo Stretto di Hormuz, dal quale transita un terzo del petrolio mondiale e che l’Iran ha già minacciato di chiudere. Anche se una delle eventualità è che i pasdaran possano minarlo, costringendo la marina militare Usa a un’operazione lunga e pericolosa per rimuovere gli ordigni.”

“Gli Stati Uniti contano in Medio Oriente otto basi permanenti in sette Paesi: Egitto, Kuwait, Bahrain, Giordania, Arabia Saudita, Emirati Arabi e Qatar. In quest’ultimo Paese c’è la più grande, quella di Al Udeidche, che ospita più di 10.000 soldati ed è la sede del Us Central Command. La base ha avuto un ruolo strategico nelle operazioni in Iraq, Afghanistan e Siria. Bahrain c’è la Naval Support Activity, mentre il Kuwait ospita Camp Arifjian, essenziale per il supporto logistico. Al-Dhafra, negli Emirati Arabi Uniti, è strategica per per la raccolta di informazioni di intelligence e il sostegno offerto alle operazioni di combattimento aereo. La base ospita i Raptor-22 e molti droni. La base di Erbil, in Iraq, è infine usata per le operazioni nel nord dell’Iraq e in Siria.”

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Articolo della Redazione di

22 Giugno 2025