Dopo la parte comica del governo, sta esondando la parte tragica

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

Dopo la parte comica del governo, Lollobrigida in testa, sta esondando la parte tragica.

Miseramente tragica, non da “tragedia greca” ma da sceneggiata napoletana di quart’ordine, perché anche quella di prim’ordine era troppo per questi guitti.
Capeggia questa evoluzione governativa l’ottimo Tajani. Una edizione patinata del nulla cosmico pagata come se fosse qualcosa d’importante. E, invece, ma lo dico con tristezza infinita, al mio, al nostro (da italiano) ministro degli esteri, le uniche cose importanti che possono essere attribuite sono sontuose minchiate.
Per carità non so quanto sia minchione e se effettivamente lo sia, non lo conosco, ma ciò che esce dalla bocca di quest’uomo è degno di una sceneggiatura di un film. Un remake del “secondo tragico Fantozzi”, per esempio. L’altro giorno ha riempito i giornali con la sua presunta telefonata agli israeliani e agli iraniani con l’ordine perentorio di “smetterla”. E già lì sono venuti giù i palazzi. Per le risate e i pianti.

Oggi se n’è uscito con una frase di una insipienza iperspaziale.

“Il salario minimo è cosa da paesi non democratici”. E sono venuti giù palazzi, dighe, ponti. Di tutto. Quindi, secondo questo strano tipo che, non so per quale strano meccanismo o coincidenza, è diventato ministro, 25 paesi su 27 della UE non sono democratici. Francia e Germania per esempio. Adesso, capisco che questi vogliano governare senza averne la più basilare capacità, ma evitare di sparare coglionate proprio mai?
.
Giancarlo Selmi