DI ALFREDO FACCHINI
Sionisti d’Italia
Israele ha attaccato l’Iran. Ancora una volta. Lo ha fatto da potenza nucleare contro uno Stato sovrano. Uno Stato che può non piacerci, ma resta — a tutti gli effetti — uno Stato. Sovrano. Un Paese di novanta milioni di anime.
Era necessario?
C’è chi, come Vittorio Feltri, risponde: sì, era necessario. Anzi. Era ora. Dovevamo farlo. Dovevamo colpire prima che i persiani colpissero noi. Feltri, l’uomo che Meloni e Salvini volevano al Quirinale. È lui a dettare la linea: Israele colpisce? Bene. L’ha fatto per salvarci. Perché leggere l’articolo di Feltri? Francamente, ce lo saremmo risparmiati. Perché in quelle righe c’è condensato tutto l’arsenale ideologico della destra post fascista italiana.
È l’ideologia dell’eccezione: se sei Israele, puoi
Se ti dichiari ebreo, hai diritto all’atomica, alla rappresaglia, alla guerra preventiva. Perché la tua storia te lo consente. Perché la tragedia del passato diventa lasciapassare per ogni abuso nel presente. Si chiama pornografia della memoria. Un’epica pericolosa, dove Israele è “ossa delle nostre ossa”, “fratello maggiore” da proteggere, “identità dell’Occidente” da difendere, anche a costo di una guerra globale. La guerra non come errore, ma come destino. Anzi: come missione. È follia. Ed è complicità. Complicità con chi riduce la pace a una tregua fra bombardamenti.
La destra italiana si è convinta di essersi ripulita dalle sue ambiguità filonaziste
Dalle nostalgie mussoliniane, dalle battute sui forni e sugli ebrei al potere, cavalcando la causa sionista con fanatismo identitario. Ha capito che sostenere Israele, oggi, non significa difendere un popolo — ma difendere un modello: quello della democrazia armata, della guerra preventiva, della sicurezza come ideologia e non come diritto.
Israele è diventato un simbolo perfetto
Uno Stato fondamentalista, militarizzato, ossessionato dai confini, in guerra permanente col nemico interno ed esterno. Un laboratorio politico che consente alla destra italiana di ridefinirsi: non più reazionaria, ma “realista”; non più razzista, ma “identitaria”; non più nostalgica del fascismo, ma innamorata dell’Occidente che si difende col ferro e col fuoco. Il sionismo di destra è diventato l’ultima ideologia di cui si può andare fieri nei salotti, in tv, al governo. Un grimaldello geopolitico per fare la guerra e chiamarla civiltà. Un modo per evitare ogni riflessione sul colonialismo, sull’imperialismo, sulle responsabilità dell’Europa e dell’America, ribaltando tutto in una sola parola magica: Israele.
Israele dispone di 150 testate nucleari
Un’industria bellica all’avanguardia. Il sostegno incondizionato degli Stati Uniti. Una rete di alleanze che la trasforma in avamposto armato dell’Occidente nel cuore del Medio Oriente. Che vuoi di più?
La destra italiana è ormai un fan club militante del sionismo d’assalto.
Ma perché Israele è così seduttivo per la destra italiana? Perché esercita questo fascino trasversale che mette d’accordo ex neofascisti, atlantisti di ferro, editorialisti bellicisti e liberal impauriti? Per due motivi fondamentali
– Primo: perché Israele è, a tutti gli effetti, il cinquantunesimo Stato degli Stati Uniti. Sostenere Israele equivale, a giurare fedeltà all’Impero, a sentirsi parte della civiltà vincente, dell’Occidente che non chiede mai scusa. Una scorciatoia geopolitica per sentirsi al centro del mondo pur restando ai margini.
– Secondo: perché Israele incarna un modello interno da imitare.
Uno Stato che non risponde a nessuno, né all’ONU, né al diritto internazionale, né all’opinione pubblica mondiale.
Uno Stato che colpisce per primo e solo dopo, se serve, rivendica la legittimità dell’attacco. Uno Stato fondato sul mito della sicurezza assoluta, da garantire ad ogni costo, anche attraverso l’oppressione sistematica, l’apartheid, la punizione collettiva.
Israele, per la destra italiana, è ciò che essa vorrebbe essere in patria:
un potere senza contrappesi. Un’autorità che non si fa interrogare, che non deve negoziare, che può schiacciare il dissenso prima ancora che si esprima. È lo Stato forte senza scrupoli, senza complessi, senza dubbi.
Per questo lo amano.
Per questo lo imitano.
Per questo lo usano.
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Alfredo Facchini