Sabato una sola bandiera

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Sabato una sola bandiera

Mentre la Palestina viene cancellata dalla faccia della terra il cosiddetto mondo civile e democratico si esibisce in stentoree dichiarazioni senza alzare un dito per dare un minimo di senso compiuto alla teorica condanna. C’è chi non può e chi non vuole, e i portavoce di entrambe le posizioni si stanno sfiancando la mente e la lingua per trovarsi qualche giustificazione. Il numero mostruoso di civili assassinati da Israele a sangue freddo ha tolto ogni significato a quella che poteva essere una legittima reazione all’attacco del 7 ottobre, e l’avvio della “pulizia etnica” anche in Cisgiordania ha definitivamente sbugiardato i complici del genocidio. Che ci piaccia o no e in barba alle apprezzabili dichiarazioni di Mattarella e Crosetto tra i fiancheggiatori del genocidio ci siamo anche noi, insignificanti come è insignificante il nostro governo nel quadro internazionale ma almeno nominalmente in prima fila.

Ancora con i “due popoli, due stati”

Caduta la tesi della reazione giustificata occorreva inventarsi qualcos’altro per proseguire senza fare assolutamente nulla di concreto e continuare a sostenere la fallimentare idea dei “due popoli, due stati”, l’unica via rimasta era quella di scindere la vergogna del governo assassino di Netanyahu dalla volontà degli Israeliani.
Beh, è una panzana grande quanto la prima e forse anche di più e a dirlo non è un antisemita terrorista con le mani sporche di sangue. Lo dice il quotidiano israeliano Haaretz pubblicando i risultati di un sondaggio terrificante: l’82% degli Israeliani sostiene la deportazione dell’intera popolazione di Gaza, o meglio di quella che sopravvivrà al genocidio in corso.
E’ per questo e non per antisemitismo che la bandiera di Israele non potrà sventolare nella manifestazione di dopodomani.
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Mario Piazza