DI MARIO PIAZZA
Gli influencer di Pavlov
Deve esserci un rapporto stretto, forse consanguineo, tra il cane di Pavlov e la schiera di improvvisati tuttologhi che, come me nel mio piccolo, scorrazzano quotidianamente sui social. Il campanello che oggi ha dato il via alla salivazione del povero cane è il l’incontro di Istanbul, un non-evento del tutto immaginario per il quale mancavano le più elementari pre-condizioni.
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Davvero qualcuno ha potuto pensare che Putin, quello che ci viene descritto come un mostro sanguinario che vuole espandere il suo impero da Lisbona fino al confine cinese, quello che ha mandato al macello centinaia di migliaia di soldati, che ha sterminato civili e che per farlo ha speso centinaia di miliardi, quello che ha sconfitto militarmente Zelensky e tutti i suoi potentissimi alleati conquistando un terzo del territorio ucraino…
Ecco, quel mostro lì sarebbe dovuto correre sollecitamente alla chiamata di Zelensky, sedersi al tavolo delle trattative e rimettere in discussione tutto ciò che è successo da quella notte di tre anni fa quando il primo carro armato russo, a torto o a ragione è irrilevante, ha varcato il confine dell’Ucraina?
Cari opinionisti e massmediologi di tutti i livelli, date retta a Lollobrigida: Bevetevi del buon vino, non il cervello.
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Mario Piazza