Israele in guerra col mondo in attesa dell’arbitro Trump

DI ENNIO REMONDINO

 

Da REMOCONTRO –

Israele bombarda lo Yemen e prepara la conquista di Gaza. Raid sull’aeroporto di Sana’a. Stop di Trump invece agli attacchi Usa. Allarme generale dopo l’annuncio del piano di rioccupazione della Striscia di Gaza, alla vigilia della visita in Israele di Trump che promette di risolvere tutte le diverse questioni pendenti nella regione. Come la pace il 24 ore tra Ucraina e Russia. Situazione umanitaria drammatico con criminali o buffoni al potere.

Bombe sullo Yemen prima di prendersi Gaza

Per la storica esperta di Paesi islamici Eliana Riva, per lo Yemen, «Un avvertimento in ‘stile Gaza’ quello che Israele ha diretto ieri, tramite un post su X, ai civili presenti nella zona dell’aeroporto internazionale di Sana’a, in Yemen. “Vi invitiamo a evacuare immediatamente l’area dell’aeroporto”, ha scritto Avichay Adraee, il portavoce in lingua araba dell’esercito dello stato ebraico. Se non riesci a evacuare e a rimanere lontano dall’area, sarai in pericolo». Pochi minuti dopo, la struttura ha subito un pesante bombardamento per il quale Tel Aviv ha utilizzato decine di aerei, tra cui velivoli spia, caccia e mezzi per il rifornimento. Secondo i resoconti militari israeliani, l’aeroporto sarebbe stato messo «totalmente fuori uso» ma il movimento Ansarallah (Houthi) non ha rilasciato dichiarazioni sull’entità dei danni.

Israele con armi Usa attende Trump

L’aviazione -precisa il manifesto-, ha colpito anche alcune centrali elettriche vicine alla capitale. I precedenti bombardamenti israeliani di lunedì al porto di Hodeidah hanno causato trenta morti e sono stati lanciati in coordinamento con gli Stati uniti. Israele ha dato inizio ai suoi raid dopo il lancio del missile balistico che dallo Yemen è arrivato fino all’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv, cadendo all’interno del perimetro e causando sei feriti.

Yemen contro l’Iran

Quello di ieri è stato il settimo attacco israeliano allo Yemen dal 7 ottobre 2023. Ansarallah, che dichiara il proprio sostegno a Gaza e chiede la fine dell’attacco armato israeliano sulla Striscia, ha colpito decine di navi nel Mar Rosso e lanciato numerosi missili balistici, quasi tutti intercettati dai sistemi di difesa di Tel Aviv. L’aeroporto yemenita era già stato colpito a dicembre. Netanyahu e Trump considerano Tehran direttamente responsabile di ogni colpo sparato dal gruppo sciita. Dall’Iran: «Le azioni degli yemeniti a sostegno del popolo palestinese sono state una decisione indipendente derivante dal loro sentimento di solidarietà». Ma Tel Aviv aspetta il via libera dagli Stati uniti per attaccare ancora più duramente.

Trump permettendo l’attacco su Gaza

Il presidente Trump in conferenza stampa ha dichiarato che gli Stati uniti fermano i bombardamenti in Yemen, ma non ha parlato di Gaza. Ma col suo solito ‘spot televisivo’ ha avvisato che farà un ‘annuncio importante’ prima di partire per il suo viaggio in Medioriente, previsto per la metà del mese. Attacco a Gaza prima, durante o dopo? Col suo sostegno o la vanteria di frenare quello che sta rendendo possibile con la ininterrotta fornitura di armi?

Sovranismo razzista israeliano al potere

Intento proseguono a pieno ritmo i preparativi per la totale occupazione israeliana della Striscia di Gaza. Il ministro delle finanze Bezalel Smotrich non riesce a trattenere l’entusiasmo per il progetto e annuncia che entro pochi mesi il governo dichiarerà vittoria totale. La fotografia del successo ‘raccapricciante’, denuncia ancora Eliana Riva. «Gaza completamente distrutta, con i palestinesi concentrati dal corridoio di Morag a sud, tutti pronti a partire per i paesi del terzo mondo. -Il quadro di lucida disumanità si completa con la menzogna interna-. Gli ostaggi sani e salvi nelle proprie case e l’esercito che continua a purificare e distruggere le infrastrutture».

A Gaza mentre si muore anche di fame

Natalia Anguera, responsabile per l’agenzia delle operazioni in Medioriente ha fatto sapere che se l’ingresso dei beni continuerà ad essere bloccato e anche le cucine di comunità cesseranno la propria fornitura, presto «8 famiglie su 10 a Gaza non saranno in grado di accedere al cibo». Anche le Nazioni unite tornano a dire che nella Striscia «non c’è più nulla da dare. Che le persone hanno bisogno di acqua e assistenza sanitaria ma stanno ricevendo bombe». Bombe che ieri sono state sganciate per due volte nel complesso della scuola Abu Hamisa, gestita dall’Onu, che ospitava sfollati nel campo profughi di Bureij, uccidendo almeno 20 persone nelle tende improvvisate. Come al solito, Israele ha affermato di aver colpito un «centro di comando di Hamas». Le immagini dei corpi straziati di tanti bambini raccontano tutt’altro. Dall’alba al tramonto di ieri Israele ha ucciso 37 palestinesi.

Autorevole voce ebraica indignata avverte

Il professor Zvi Schuldiner, docente di politica e di pubblica amministrazione al ‘Sapir Academic College’ di Hof Ashkelon, in Israele. «È allarme generale dopo l’annuncio del piano di rioccupazione della Striscia di Gaza. Ma calma: fra pochi giorni arriverà il ‘grande’ presidente Trump e risolverà diverse questioni pendenti nella regione». Ironia cupa, visto che segnali dicono tutt’altro. Ma per Netanyahu e Smotrich non tutto può essere dato per scontato. Perché l’America mercantile di Trump guarda prioritariamente all’Arabia Saudite rincorrendo i suoi interessi economici, avverte il professore.

Prima e sempre “America first”

“«Trump ha bisogno dell’Arabia saudita per progetti da centinaia di miliardi di dollari, compresi quelli relativi ai suoi familiari. E porta avanti i negoziati con l’Iran; probabilmente arriverà a un accordo simile a quello che abbandonò durante la sua prima presidenza, proprio a causa di Netanyahu». E Gaza? «L’obiettivo più importante della guerra è continuare la guerra: per Netanyahu è l’unica possibilità di rimanere al governo. La maggioranza degli israeliani continua a provare sentimenti di odio e vendetta dopo i fatti del 7 ottobre 2023. Ma secondo tutti i sondaggi, in Israele la popolazione ormai non sostiene più la maggior parte delle decisioni politiche del sovrano al potere».”

E la Cisgiordania, «Con l’estrema destra – che è perfino peggiore di Netanyahu e dei suoi compari – che attacca, uccide, rapina, dilaga in nuovi insediamenti nei territori occupati nel 1967; e può contare sulla complicità malsana dei soldati dell’esercito nazionale».

.

Articolo di Ennio Remondino dalla redazione di

7 Maggio 2025