I TOPI DI HAMELIN

DI MARIO PIAZZA

 

Leggendo le cronache delle celebrazioni di ieri mi viene da piangere.
Nel corso degli anni ho visto la Festa della Liberazione insultata, sbeffeggiata e insozzata da più parti e in ogni modo possibile ma non mi era mai capitato di vedere una sedicente sinistra acclamare come “eroi della libertà” masnade di spietati assassini di entrambe le parti, e che si chiamino battaglione Azov o gruppo Wagner non fa differenza.
Almeno parlando di questa roba l’orrore dovrebbe essere trasversale, altro che invasori e invasi. Non esistono in natura martiri della libertà tatuati con svastiche o “denazificatori” a pagamento. Il seme marcio da cui sono stati generati è lo stesso, ed è anche lo stesso dei trucidatori di Marzabotto, degli squadroni della morte brasiliani o dei tagliagole dello stato islamico.
Vergogniamoci tutti insieme, non fosse altro che per la nostra manifesta incapacità di resistere alle manipolazioni.
A che servono i nostri nobili ideali se davanti a immagini raccapriccianti e a situazioni complesse invece di usarli per mantenere dritta la barra siamo pronti a vaporizzarli per seguire la musica di un esercito di pifferai a pagamento?
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