Niente atomica iraniana: Usa e Israele vogliono un cambio di regime

DI PIERO ORTECA

REDAZIONE

 

Da REMOCONTRO –

La CNN ha scoperto le carte di quello che ormai sembra, a tutti gli effetti, l’ennesimo brutto pasticcio in cui la diplomazia americana è dentro. Con un’inchiesta-lampo, sui tanti risvolti che non tornavano nell’attuale crisi israelo-iraniana, «Israele afferma che l’Iran stava correndo verso un’arma nucleare. L’Intelligence statunitense sostiene, invece, che ci sarebbero voluti anni».

La CNN sbugiarda Trump e Netanyahu

Il network televisivo Usa ha rivelato che i sanguinosi attacchi decisi da Netanyahu sarebbero giustificati da una narrativa ‘assai ‘ (testuale). Qualcuno bara e mette in pericolo, dunque, i già fragili equilibri planetari? Stiamo rischiando una guerra regionale, nel Golfo Persico, che potrebbe allargarsi a macchia d’olio incendiando l’intero Medio Oriente, senza che ci sia forse una reale ‘emergenza nucleare’? Certo, dubbi e perplessità aumentano, perché l’articolo firmato da Katie Bob Lillis e Zachary Cohen è prodigo di dettagli e sentenzia, senza scampo, che i Servizi segreti degli Stati Uniti (che istituzionalmente sono gli informatori della Casa Bianca) hanno una visione ‘del “problema’ radicalmente diversa, rispetto a quella dei colleghi israeliani.

Colossale imbroglio

Fra l’altro, a rafforzare i sospetti di un colossale imbroglio, preordinato a tavolino, arriva la inusuale richiesta di Netanyahu a Trump: «Vieni, attacchiamo insieme». Assistenza che, secondo Haaretz, il Pentagono già dà abbondantemente allo strettissimo alleato. «Oggi – avverte Haarrtz – un radar a banda X a lungo raggio dell’esercito americano è posizionato sul Monte Keren, nel Negev, per rilevare i missili in arrivo dall’Iran, e batterie di difesa missilistica THAAD sono dispiegate in altri siti in Israele. Quando l’Iran ha attaccato Israele con missili e droni due volte l’anno scorso, e di nuovo durante la campagna in corso, aerei e navi statunitensi, insieme ad altri alleati, hanno contribuito attivamente all’intercettazione». Dunque, Trump già combatte, sulla difensiva, per ora. Ma è la CNN a sollevare i dubbi più forti sull’operato della Casa Bianca.

Menzogna sulla minaccia nucleare

«Quando Israele ha lanciato la sua serie di attacchi contro l’Iran, la scorsa settimana – scrivono i giornalisti – ha anche lanciato una serie di preoccupanti avvertimenti sul programma nucleare del Paese, lasciando intendere che l’Iran si stava rapidamente avvicinando a un punto di non ritorno nel suo tentativo di ottenere armi nucleari e che gli attacchi erano necessari per prevenire tale esito. Ma le valutazioni dell’Intelligence statunitense – aggiungono alla CNN – erano giunte a una conclusione diversa: non solo l’Iran non stava attivamente perseguendo la costruzione di un’arma nucleare, ma ci sarebbero voluti anche tre anni prima che fosse in grado di produrne una e consegnarla a un obiettivo di sua scelta, secondo quattro persone a conoscenza della valutazione». È a questo punto che la logica della politica estera Usa comincia a farsi assolutamente scollegata dalla realtà. Si, perché Trump, che avrebbe dovuto ascoltare la sua Intelligence e muoversi di conseguenza, esita, barcolla e, infine cede a Netanyahu, autorizzando (e sostenendo logisticamente) un attacco dalle conseguenze imprevedibili.

Trump col Mossad più della Cia

Insomma, Trump in definitiva, si è deciso ad ascoltare più i richiami del Mossad che gli inviti della Cia. Perché? È la stessa domanda (senza risposta) che si pone la CNN, la quale, per giunta, carica ancora il fardello dei dubbi sulle politiche di Trump che riguardano la sicurezza nazionale e chiama in causa addirittura Tulsi Gabbard, la Direttrice dell’Intelligence, da lui scelta con grande frastuono di grancasse (è una ex Democratica). «La Gabbard – afferma la CNN – ha testimoniato a marzo che la comunità dell’Intelligence statunitense continua a ritenere che l’Iran non stia costruendo un’arma nucleare e che la Guida Suprema Khamenei non abbia autorizzato un programma di armi nucleari che aveva sospeso nel 2003». In quell’occasione il Grande ayatollah emise una ‘fatwa’, una legge religiosa da osservare strettamente, per impedire a qualsiasi fedele sciita di collaborare a qualsiasi programma finalizzato alla costruzione di una bomba atomica.

“Fatwa” anti atomica

La ‘fatwa’ è ancora in vigore e, secondo molti analisti, il timore potrebbe essere che adesso proprio questi attacchi potrebbero farla revocare. Tulsi Gabbard ha recentemente ribadito «che non ci sono novità di Intelligence sul nucleare iraniano, rispetto a marzo». Tradotto, significa quello che va ripetendo la CNN: non c’era nessuna urgenza di attaccare. Ma, gratta gratta, vanno emergendo altri indizi. Ieri il quotidiano di Tel Aviv, Haaretz, ha ripreso un’intervista concessa da Netanyahu a un giornale di oppositori iraniani in esilio. Bene, l’articolo è un vero e proprio incitamento alla rivolta contro il regime. L’appello di ‘Bibi’ è quello di sfruttare la spallata che lo Stato ebraico vuol dare agli ayatollah e di ribellarsi. Insomma, sia chiaro a tutti quelli che parlano di pace: Israele non si accontenta solo di un Trattato sul nucleare. No. Vuole la sconfitta e lo sradicamento del regime sciita e promette, in caso contrario, un trattamento ‘stile Gaza’.

Il padrone del Medio Oriente

«II Primo ministro Netanyahu – scrive Haaretz – ha parlato lunedì in un’intervista al canale di opposizione iraniano ‘Iran International’, con sede nel Regno Unito, affermando che la guerra di Israele contro la Repubblica islamica consentirebbe al popolo iraniano di rovesciare il regime degli ayatollah. Il Premier ha continuato a definire la guerra iniziata venerdì come una guerra difensiva, sottolineando al contempo la possibilità che il regime venga rovesciato. ‘Questo è il momento’, ha detto. ‘La vostra ora di libertà è vicina, sta succedendo ora. Una luce è stata accesa: portatela verso la vittoria». Nell’intervista, il Primo ministro ha delineato un presunto piano di Teheran di utilizzare ‘armi di morte di massa’ per ‘sterminare Israele’: una sarebbe il programma nucleare, l’altra l’arsenale di missili balistici.

Netanyahu il buono e il regime degli ayatollah facile bersaglio

«Questo è il male contro il bene, ed è ora che le brave persone si schierino con le brave persone, le brave persone dell’Iran e le brave persone di tutto il mondo, contro questa follia imposta a tutti noi da questa tirannia radicale… sta per finire…vi hanno impoveriti e vi hanno dato miseria… vi hanno dato la morte… vi hanno dato il terrore…Voglio dire, questo è un regime oltraggioso, radicale e fanatico, ed è giunto il momento di stroncarli». Quindi, Netanyahu ha rivolto all’opposizione quello che a tutti è sembrato un invito a scendere in piazza: «Credo in voi – ha detto- e vi rispetto. Vi ammiro. Conosco i vostri successi. Conosco il vostro potenziale. So che l’Iran può tornare grande. Era una grande civiltà, e questo teppismo teologico che ha sequestrato il vostro Paese non durerà a lungo, e il futuro siete voi, non loro». Ma proviamo a leggerle in altro modo, sempre attraverso la parole dei protagonisti.

L’ambasciatore israeliano parla con Dio e spiega

“Ecco cosa dice Mike Huckabee, ambasciatore Usa a Washington, scrivendo a Trump: «Sono convinto che lei signor Presidente ascolterà la voce del cielo e quella di Dio, mentre gestisce la risposta degli Stati Uniti alla guerra tra Israele e Iran. Aggiungendo che ‘nessun Presidente degli Stati Uniti dai tempi di Harry Truman nel 1945’ si è trovato in una posizione come la sua, perché lei è il Presidente più influente in un secolo e forse in assoluto».”

“Volete sapere cosa gli deve ‘consigliare’ la vocina? Superbombe da 30 mila libbre, come vaticina Thomas Friedman sul New York Times, per distruggere l’osso più duro di tutti: il sito di arricchimento nucleare di Fordow, seppellito tra le montagne iraniane. Eh si, in questo mondo ‘asimmetrico’, anche i grandi giornalisti ormai vanno per le spicce. E risolvono le questioni a colpi di spingarda.”

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Articolo di Piero Orteca dalla redazione di

18 Giugno 2025