DI GIOACCHINO MUSUMECI
L’attacco di Israele a Teheran
Benjamin Netanyahu è un pazzo suicida che mette a repentaglio reputazione e futuro di Israele con l’aggravante che crea in medio oriente gravissimi presupposti per un conflitto su larga scala. In tal senso la variabile impazzita Trump è un ulteriore problema mondiale, e inorridisco davanti a chi abbia intravisto nello psicotico ossigenato un barlume di raziocinio sul versante della guerra in Ucraina.
Sembra non essere chiaro che Donald Trump è un individuo letale per la stabilità mondiale. L’occidente è talmente ipocrita da preoccuparsi delle ambizioni cinesi mentre in medio oriente il suo alleato più esclusivo è occupato nello sterminio di un popolo. Nei prossimi futuri i nostri discendenti non potranno che stupirsi davanti all’eclatante stupidità che ha contraddistinto la modernità occidentale nel XXI° secolo.
E’ più probabile che un conflitto mondiale oggi origini in medio Oriente piuttosto che nell’est europeo.
Se sarà così nessuna propaganda potrà rimediare al peso della maledizione che graverà su Israele, e il suo popolo ne pagherà conseguenze inestinguibili ben più pesanti del millantato odio storico sollevato contro la critica all’abusivismo israeliano in Cis Giordania. Trattare l’antisemitismo come un prodotto di largo consumo o propagandare su Youtube che Israele permette l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza è un errore tattico ulteriore perché esclude la redenzione e rafforza la coltre di menzogna che circonda la terra santa. Insultare l’intelligenza dell’umanità non gioverà a Israele. Il Mondo è stanco di accettare che il diritto all’esistenza di popoli e stati sia questione di superiorità etnica o e religiosa.
L’attacco di Israele contro l’Iran esprime l’orientamento dissennato del governo di Bibi
ne disvela strategie che la società mondiale deve fermare subito. Bisognerebbe accettare che la fanatica parabola politica di Netanyahu esprime un errore clamoroso della società israeliana; un vizio storico spudoratamente razzista dall’ego sproporzionato, i cui danni sono incalcolabili sia dal punto di vista umano che da quello della reputazione politica internazionale dello stato di Israele.
Ciò che ancora tiene in piedi l’esecutivo israeliano è la “guerra santa”
Guerra scatenata dopo l’attentato del 7 Ottobre. E francamente è sempre stato molto arduo convincersi che i servizi Israeliani siano stati presi alla sprovvista dai fenomeni di Hamas. Bisogna ricordare che prima del 7 Ottobre le sorti di Bibi erano già segnate e non è follia ritenere che Netanyahu fosse disposto a qualsiasi efferatezza pur di mantenere la sua leadership psicopatica. L’attacco contro l’Iran esprime in toto la linea patologica seguita dal peggior leader che Israele abbai mai visto dopo l’accettazione inspiegabile che la deportazione di palestinesi nel Maggio del 48 fosse un fatto necessario.
Tuttavia a distanza di oltre 70 anni qualcosa non va secondo i piani
Dato che Israele, grazie all’appoggio americano incondizionato, è l’unico stato al mondo a cui sia permesso di violare impunemente il diritto internazionale, gli estremisti del governo Netanyahu si aspettavano una comunità internazionale collaborativa e non certo inorridita e riluttante come invece si verifica. In mancanza di escamotages efficaci Bibi dovrebbe affrontare prospettive politiche infauste e una fine grama; troppe variabili contro: è ricattato da estremisti senza i quali il suo governo cadrebbe domani e a ciò si somma la condanna dell’opinione pubblica internazionale, leader mondiali spazientiti, la posizione critica dell’ONU e il mandato di cattura della CPI spiccato verso Netanyahu. A tutto questo Israele risponde con aggressioni/provocazioni/ e crea condizioni più che idonee allo scoppio di un conflitto ad ampio raggio nel bacino medio orientale.
Essenzialmente la strategia adottata da Netanyahu è elementare quanto letale:
pur di stare al comando di Israele e condannarlo al ruolo di killer trasversalmente condannato (affinché sopravviva il fantasma dell’antisemitismo mondiale che ottunde la ratio degli stessi israeliani), Netanyahu apre un conflitto con l’Iran con la certezza che il “falso ingenuo” Trump gli darà ampio credito nei suoi vaneggiamenti a sfondo religioso. Questo potrebbe coinvolgere di rimbalzo la Ue la cui ipocrisia è attualmente impareggiabile. Insomma Netanyahu è convinto che il timone del mondo sia nelle mani di Trump e tratta gli Europei da imbecilli totali.
E noi stiamo qui a fargli perfino i complimenti.
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Gioacchino Musumeci