I miei due centesimi

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

I miei due centesimi

Lasciamo da parte il referendum giallo, quello che più mi fa incazzare perché con il suo risultato meno plebiscitario ci ha detto come la xenofobia sia un cancro anche tra gli elettori sedicenti progressisti.
A guarire quel cancro ci penserà il tempo con i prossimi due salti generazionali. Gli altri quattro referendum, seppur nell’ampiamente prevedibile fallimento del quorum, una cosa positiva la dicono.

Abbiamo 15 milioni di votanti

che per oltre l’80% hanno espresso la loro condanna del Jobs Act, che altro ci serve per capire che potremmo farcela anche senza i due ammuffiti alfieri del liberismo di retroguardia? A Renzi e Calenda non sono bastati 10 anni durante i quali il lavoro flessibile si è trasformato nell’angoscia sociale che riguarda tutti, anche gli imprenditori e le partite IVA, anche i politicanti come loro che scorrazzano tra ville e ZTL, tra jet arabi e “think tank” miliardari, malati di un protagonismo cieco che celebrano quotidianamente, magari in un teatrino che davanti al genocidio dei Palestinesi fa il suo ruttino anti-antisemita.

Fan*ulo loro e il campo largo, potremmo farcela anche senza

Prima di tutto mettiamo in piedi un programma semplice e credibile con i Cinquestelle e con ciò che rimane dei sindacati e poi i voti che mancano andiamoceli a cercare nel mare magnum dell’astensionismo.
E’ molto più facile riportare alle urne quei milioni di giovani che nell’angoscia della precarietà ci sono nati che cavare sangue da una rapa, anzi due.
.
Mario Piazza