DI PAOLO DI MIZIO
Referendum e fascismo
Coloro che gioiscono in un indecente brodo di giuggiole per il mancato raggiungimento del quorum nei referendum, sono la parte peggiore della società. Lascio perdere la considerazione che i 15 milioni di votanti – tutti anti governativi come è facile capire – sono molti di più dei 12 milioni che hanno votato per questo governo repressivo. E lascio perdere che in molti comuni le percentuali di votanti sono state considerevoli: a Roma il 36%, a Firenze il 46%, a Nuoro il 59%. Ma è difficile non accorgersi che quanti gioiscono, lo dico in tutta serenità, sono la vera zavorra del Paese.
È legittimo gioire della vittoria della propria parte politica, SE SI VOTA
Ma vincere SENZA VOTARE, solo per il mancato voto della gente, è una cosa alquanto disonorevole e, per dirla tutta, democraticamente ripugnante, della quale vergognarsi, non gioire. Ma purtroppo è tipico della mentalità fascista, ed è appena il caso di ricordare che il fascismo non è una delle possibilità della democrazia, è la negazione della democrazia.
Del resto, le urne erano appena chiuse e alcuni esponenti delle destre ci hanno subito ragguagliato
Il sottosegretario al governo Giovambattista Fazzolari (FdI), ha detto: “Il Governo esce rafforzato, la sinistra indebolita”. Per sinistra intende ovviamente ogni tipo di opposizione alle destre e al governo. Non serve il disegnino per capire: governo delle destre RAF-FOR-ZA-TO, non dal voto, ma dal mancato voto, benché chi ha votato, esprimendo così uno schiaffo al governo, sia una valanga di 15 milioni di persone.
A Torino un esponente della Lega, Giuseppe Catizone, è stato involontariamente esplicito. Appena saputo che il quorum non era stato raggiunto, rivolto idealmente al popolo, ha affermato: “E adesso tornatevene a cuccia”.
Il popolo dunque è inteso come un branco di cani da bastonare e sottomettere. Prevaricazione, odio sociale: questa è l’essenza del fascismo, null’altro.
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Paolo Di Mizio