Sotto sequestro

DI ALFREDO FACCHINI

Alfredo Facchini

 

Sotto sequestro

Sarebbero dovute partire mille navi. Diecimila navi. Un’armata civile carica di latte artificiale, sacchi di riso, siringhe sterili.

Invece è salpata una sola imbarcazione: la Madleen. E il mondo è rimasto a guardare.
La Madleen era diretta a Gaza. A sfidare un blocco che ogni giorno strozza due milioni di esseri umani. A portare aiuti dove mancano acqua, cibo, elettricità, speranza. A rompere l’assedio più crudele del nostro tempo.

A bordo, dodici persone

Attivisti, operatori umanitari, pacifisti. Tra loro Greta Thunberg, Rima Hassan — eurodeputata francese di origine palestinese — e una manciata di uomini e donne con la sola pretesa di affermare che un popolo non può essere affamato impunemente. Sono stati braccati e poi arrestati con la forza in acque internazionali. Accecati da droni, aggrediti con sostanze irritanti, trascinati via come pirati. “Operazione legittima”, dice Tel Aviv.

Ora sono rinchiusi nel carcere militare di Ashdod

Al momento, le uniche parole forti provenienti dall’emisfero di chi conta arrivano da Erdogan — pensate un po’ — che parla apertamente di “terrorismo di Stato”. La Madleen è la testimonianza di un altro modo di stare al mondo. E per questo doveva essere fermata. Non per il rischio militare, inesistente. Ma per il rischio politico: mostrare che ci si può mettere in viaggio per salvare vite, anziché toglierle.

Poi c’è Tajani

Il ministro degli Esteri del governo Meloni ha commentato così: “Il problema è che loro hanno cercato di entrare in acque territoriali israeliane con una manifestazione provocatoria. Era soltanto una manifestazione politica.”

Disgustato ed indignato provo a buttar giù due righe

Tajani non solo si allinea alla versione dell’aggressore, ma ne fa sua la retorica più vile: quella che trasforma ogni gesto di umanità in una “provocazione”. Che una piccola imbarcazione non potesse portare “grandi aiuti” è evidente. Anche Rosa Parks era sola su un autobus. Anche Jan Palach era un solo corpo in fiamme. Ma certe azioni cambiano la storia perché mettono in crisi l’indifferenza. La vera oscenità è un ministro degli Esteri che, nel pieno di un massacro, sputa in faccia ai giusti. La vera oscenità è ridurre il coraggio a folclore, la solidarietà a teatrino.

E a loro, ai dodici della Madleen, va l’unica forma di rispetto che ci resta

Avete fatto ciò che avremmo dovuto fare tutti. Siete dodici, ma rappresentate molti. E oggi il mondo — quello che ha ancora cuore, occhi e coscienza — sa da che parte stare. Dalla vostra.
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Alfredo Facchini