DI BARBARA LEZZI
Le ragioni del flop referendario sono chiare come il sole
tentare di ignorarle fischiettando slogan e inviti non servirà a riportare i cittadini al voto. La politica non è abbastanza intelligente per essere umile e non è coraggiosa per ammettere e correggere gli errori. Questo non la rende credibile e i cittadini la puniscono ignorandone gli appelli. Badate bene, sono convinta che anche l’esempio equilibrista della Presidentissima non abbia spostato nessun convincimento. La gente è alquanto stufa di questa polarizzazione e rifiuta fermamente di essere tirata per la giacchetta dall’uno e dall’altro.
L’incoerenza disorienta chi vuole certezze
Non si può sentire come propria la lotta contro il Jobs act se si è chiamati alle armi da coloro che lo hanno votato. Non parlo solo di Schlein ma dei suoi uomini che sono sempre gli stessi e che erano lì in prima fila a compiacere Renzi quando lo propose. Sono i Boccia, lo stesso Bersani e tutto il resto della compagnia cantante che ha sempre pensato prima alla Ditta e poi ai cittadini. Non si può sentire come propria la lotta contro l’indebolimento dei diritti dei lavoratori se al timone c’è un sindacato che firma contratti a 5 euro l’ora, che spesso si ritrova tra le fila del PD in Parlamento i suoi ex segretari e che, soprattutto, NON parla delle distorsioni umilianti per i lavoratori che si creano nelle cooperative.
Decisioni in passato disattese totalmente
Nonostante abbia assolto al mio diritto/dovere di votare, comprendo le posizioni di coloro che hanno deciso di non farlo perché in gran parte si tratta di cittadini che conoscono bene quanto le loro decisioni siano state disattese. È sufficiente ricordare il referendum sul finanziamento pubblico ai partiti che si è trasformato -con un governo PD e Forza Italia – nel 2 per mille che, seppur in minor misura alle leggi precedenti, concede soldi delle tasse degli italiani ai partiti malgrado questi avessero votato per non darne più. Se si è così convinti che sia giusto, si faccia un referendum per risentire i cittadini anziché decidere con prepotenza di ignorare le loro scelte.
E poi c’è da ricordare il referendum sull’acqua pubblica, tra i più partecipati, al quale si diede una mazzata – con il governo Draghi e la sua ampia maggioranza -portando la normativa in direzione contraria al volere del popolo. Ma, si sa, era il governo dei Migliori…
Detto questo vi dico anche che sono certa che rinunciare a votare sia una resa
e che, anzi, questa scelta conviene proprio a chi vuole gestire il potere in maniera indiscriminata. Se si arrendono i cittadini, avanza l’indifferenza per chi ha più bisogno e di diritti ne vedremo sempre meno.
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Barbara Lezzi