DI MARIO PIAZZA
Un bagno di realtà
Secondo La Repubblica la brillante operazione dell’Ucraina che avrebbe distrutto o danneggiato una quarantina di aerei russi parcheggiati a 2000 chilometri dal confine sarebbe “la Pearl Harbour di Mosca”.
Una baggianata trionfalistica e antistorica, vuoi perché l’aviazione russa dispone di oltre 3000 velivoli e vuoi perché quella tra Russia e Ucraina è una guerra aperta e conclamata, non si è trattato di un attacco proditorio.
Una inquietante volontà guerrafondaia
Dietro la baggianata si nasconde però una volontà guerrafondaia inquietante perché a differenza degli USA che dopo Pearl Harbour ebbero bisogno di altri quattro anni per portare a termine il progetto Manhattan, quello che chiuse la partita bombardando Hiroshima e Nagasaki, la Russia le bombe atomiche le ha già. Tante, di ogni dimensione e pronte all’uso.
Delle due l’una
O la smettiamo di descrivere Putin come un monarca pazzo e sanguinario disposto a tutto per allargare il suo impero e possiamo quindi contare su una sua relativa ragionevolezza, oppure dobbiamo accettare fin da ora l’idea di essere trascinati in una guerra nucleare che coinvolgerà l’intera Europa con conseguenze inimmaginabili. Inutile discutere su chi ha più ragione o più torto, la domanda a cui rispondere è persino troppo semplice: ci sta più a cuore l’Ucraina o il cosiddetto mondo libero per come lo abbiamo conosciuto, quello che pensavamo di lasciare alle generazione future?
.
Mario Piazza