DI GUIDO SARACENI
L’ultimo, ennesimo, Decreto Sicurezza fa suonare un campanello d’allarme per la nostra democrazia.
Da un lato, il governo colpisce duramente il diritto di manifestare, criminalizzando il dissenso e scoraggiando la partecipazione civile.
Dall’altro, estende i poteri dei servizi segreti, imponendo a università e centri di ricerca di collaborare con l’intelligence. Un’intrusione inquietante che mina l’autonomia accademica, riducendo sensibilmente la libertà degli studenti. Se ciò non bastasse, l’inasprimento delle pene e l’introduzione di nuovi reati aggraveranno il sovraffollamento carcerario — già oltre i limiti della dignità costituzionale — senza intaccare i problemi sociali che alimentano la criminalità. Difendere la sicurezza non può significare comprimere diritti, soffocare il pensiero critico e peggiorare la realtà del nostro sistema penitenziario.
Lo Stato italiano sorveglia gli studenti e punisce il dissenso.
Non è più tempo di attendere.
27.5.2025
“La libertà è come l’aria.
Ci accorgiamo quanto sia importante solo quando inizia a mancare.”
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Prof. Guido Saraceni, dal suo blog personale