La letterina

DI ALFREDO FACCHINI

Alfredo Facchini

 

La letterina

A Ursula von der Leyen, Giorgia Meloni e a tutte le ministre di Bruxelles
Care signore dai vestiti che non si macchiano mai, che parlate nelle vostre grandi stanze, mi chiamo come mille altri bambini di Gaza.
Sapete, prima avevo due gambine. Mio fratello dice che ora la mia ombra è più corta, ma forse perché la paura mi ha mangiato metà dell’anima.
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La mia casa era al secondo piano. Adesso è al pianterreno, ma non ha più il pavimento.
I miei giocattoli erano una bambola di stoffa. Adesso la mia bambola ha perso una gamba pure lei. L’ho trovata così. Forse è stata la stessa bomba che ha preso me.

Voi avete figli? I vostri figli sanno cos’è il rumore che non è un tuono? Io sì: è il sibilo che taglia l’aria prima di rubarti la vita.

Noi per voi siamo numeri, vero?

Io sono il numero 15.025 di questo mese. Ma prima avevo un nome.
Se vi do i miei occhi per un giorno, forse, per una volta, vedreste davvero.

Perché non fermate la guerra? Non dite che non potete. Ogni arma ha una mano che la vende, e voi la stringete. Non dite che non potete.

P.S. Se venite a visitarci, portate una gamba nuova alla mia bambola. La chiamerò Ursula-Giorgia, come voi. Forse così smetterà di piangere di notte.
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Alfredo Facchini