Prove di disgelo Mosca-Kiev, nonostante i sabotaggi dell’Ue

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Raffaella Malito dal giornale LA NOTIZIA –

Concordato scambio di mille prigionieri per parte mentre Bruxelles vuole altre sanzioni ai russi, coinvolgendo Trump

Prove di disgelo Mosca-Kiev, nonostante i sabotaggi dell’Ue

Nessuno pensava che i colloqui tra la delegazione ucraina e quella russa, i primi dalla primavera del 2022, potessero scorrere lisci come l’olio. Lo showdown tra Russia e Ucraina, nel giorno dello sbarco giovedì in Turchia delle squadre negoziali, era stato condito da un colorito scambio di insulti.

Ma, alla fine del primo faccia a faccia di ieri, se non si può parlare di successo sarebbe del tutto sbagliato non cogliere, seppur timide, importanti prove di disgelo. A partire dal concordato scambio di prigionieri, mille per parte.

Piccoli passi in avanti tra Mosca e Kiev. concordato scambio di 1000 prigionieri per parte

La priorità principale della delegazione ucraina nei colloqui ha riguardato “le persone” e in questo senso l’accordo per lo scambio dei prigionieri è stato un “risultato importante” che “dimostra che siamo concentrati nel portare a termine questa guerra”, ha detto il caponegoziatore ucraino Rustem Umerov al termine dei colloqui di Istanbul.

Il secondo obiettivo di Kiev, ha aggiunto, era di discutere un cessate il fuoco, e su questo entrambe le parti “hanno scambiato alcune modalità” su come arrivare alla tregua e le squadre stanno ora lavorando per “scambiarsi i dettagli”. Certo, ognuno tiene il punto. Il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Heorhii Tykhyi, ha ribadito che la delegazione russa “ha espresso una serie di cose che riteniamo inaccettabili”. La parte russa si dice addirittura “soddisfatta” dei risultati dei negoziati a Istanbul con gli ucraini ed è pronta a “continuare i contatti”, ha detto il capo delegazione russa, Vladimir Medinsky.

Speranze per un faccia a faccia Putin-Zelensky

“La parte ucraina ha chiesto negoziati diretti tra i capi di Stato”, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il presidente russo Vladimir Putin. “Abbiamo preso in considerazione questa richiesta”, ha dichiarato ancora Medinsky.

E anche questo sembra un piccolo passetto in avanti. Poi anche i russi non mollano, certo. “Di norma guerra e negoziati si svolgono sempre contemporaneamente” e chi sostiene che “debba esserci prima un cessate il fuoco (…) non conosce la storia”, riporta l’agenzia Interfax, citando dichiarazioni rilasciate da Medinsky alla tv di Stato russa.

I sabotaggi dell’Ue continuano: vogliono nuove sanzioni a Mosca coinvolgendo Trump

L’Europa, da parte sua, pare far di tutto per inasprire gli animi e far naufragare il negoziato. “Abbiamo un nuovo pacchetto di sanzioni contro Mosca. E’ importante mettere pressione sulla Russia in modo unitario”, ha detto l’Alto Rappresentante della politica estera Ue, Kaja Kallas.

E i volenterosi stanno facendo di tutto per coinvolgere in questo pacchetto anche gli Usa. A Tirana, a margine del vertice della Comunità politica europea, Emmanuel Macron, Keir Starmer, Friedrich Merz e Donald Tusk si sono appartati con Zelensky. E hanno sentito telefonicamente il presidente Usa Donald Trump. Una foto li immortala.

La premier Giorgia Meloni assente. Come era assente sul treno per Kiev. E assente dalla foto a San Pietro in cui comparivano Trump, Zelensky, Starmer e Macron. In compenso, il sito del governo ha una carrellata di foto di Meloni a Tirana con Zelensky, Ursula von der Leyen, Starmer e Tusk. Per far vedere che non è poi così isolata.

Meloni tagliata fuori dal vertice sull’Ucraina a Tirana

“A chi si lamenta, all’opposizione per esempio, chiedo la stessa chiarezza e la stessa coerenza: ci si chiede di partecipare a questi formati perché dobbiamo mandare le truppe in Ucraina o perché dobbiamo farci una foto e poi dire di no”, replica la premier italiana. “Bisogna essere seri e io sono una persona seria. Dopodiché l’Italia, che sostiene l’Ucraina, continua a partecipare a tutti gli altri format, a tutti gli altri tavoli, a tutti gli altri livelli, a tutte le altre iniziative”, ha aggiunto.

Parole sulle quali, poco dopo, si è soffermato Macron. Smentendo che si sia parlato di invio delle truppe sia a Tirana sia nell’incontro di domenica con Zelensky a Kiev. “La discussione è sul cessate il fuoco, guardiamoci dal divulgare false informazioni, ce ne sono a sufficienza di quelle russe”, ha detto Macron.

Ma i Cinque Stelle fanno notare che a Istanbul, insieme ai rappresentanti di Francia, Germania e Gran Bretagna, non ci fossero anche quelli del nostro Paese. Non solo. “Meloni a Tirana è ossequiosamente accolta da Edi Rama, ma Trump, Macron, Starmer, Merz, Tusk e Zelenski la escludono dal vertice informale post-Istanbul sull’Ucraina. Con Meloni siamo tornati all’Italietta che conta solo in Albania”, affermano i parlamentari M5S delle Commissioni Esteri di Camera e Senato.

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Dalla redazione del giornale
16 Maggio 2025