DI MARIO PIAZZA
Cultura suprematista maschile
Se hai 75 anni e da più di 50 sei un divo del cinema mi viene difficile pensare che esistano pruriti sessuali che ancora non hai soddisfatto, non una ma cento volte.
Il che, senza minimamente mettere in dubbio le accuse rivolte contro Depardieu e rispettando la sentenza che le ha confermate, mi induce a ritenere che i palpeggiamenti e le espressioni inappropriate col “sesso” c’entrino poco e siano invece il prodotto malato della cultura suprematista maschile.
Cultura condannata solo a parole
Quella cultura malata che tutti, uomini e donne, condannano a chiacchiere limitandosi però ad adottare comportamenti individuali corretti nel migliore dei casi, senza mai indignarsi e fare qualcosa di concreto contro tutto ciò che quella cultura alimenta a piene mani in tutto il mondo del “glamour”, dai tappeti rossi di Cannes, alle sfilate di moda, agli spot sessualmente ammiccanti di Dior e persino dei materassai televisivi.
Non trovo una spiegazione per tutti e neppure riesco a spiegarlo a me stesso. Come posso sentirmi indignato e offeso dal rozzo erotismo che ogni giorno mi viene propinato e allo stesso tempo non disdegnarne la visione? Chissà, se fossi stato ricco e famoso forse sarei diventato anch’io un cogli*ne come Depardieu.
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Mario Piazza