Quarto Referendum, scheda rosa

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Quarto Referendum, scheda rosa

Tratta della responsabilità di chi vince una gara d’appalto.

In un mondo perfetto questo referendum non sarebbe necessario, le gare se le aggiudicherebbero le aziende migliori che offrono il miglior prezzo e sarebbe normale che per una fornitura esse ne affidassero a specialisti le componenti più complesse.
Pensiamo a uno chef che debba preparare un piatto di spaghetti alla carbonara, lui ci mette la cucina e le sue capacità ma nessuno pretende che sia lui ad allevare il maiale per il guanciale o le galline per le uova. La sua responsabilità è scegliere ingredienti di prima qualità, perché sarà a lui che chiederemo conto e ragione se la carbonara fa schifo.

Nel mondo reale non funziona così

Meno che mai nella nostra italietta corrotta e senza scrupoli. Spesso ogni passo di una gara d’appalto è inquinato fin dalla formulazione dell’appalto stesso, laddove le specifiche della fornitura vengono cucite addosso come un abito di sartoria a chi quella gara è destinato a vincere. Neppure il prezzo della fornitura è un problema, con mille trucchi esso viene fatto lievitare in corso d’opera moltiplicando per tre o per quattro quella che era l’offerta vincente. E’ una cosa vergognosa ma fin qua a prenderselo in saccoccia sono soltanto le aziende concorrenti e come sempre noi contribuenti.

La questione si trasforma da disonesta in criminale

Con l’articolo di legge che si intende abolire, quello che non solo consente allo chef di essere un semplice intermediario tra chi cucina e chi mangia trattenendo una cospicua fetta del prezzo segnato sul menù, ma che addirittura lo esime da qualsiasi responsabilità se a causa del compenso da lui decurtato un garzone di cucina crepa nel prepararla, o se un cliente viene avvelenato da un maiale avariato, o se le galline fanno le uova richiuse in una scatola di scarpe.
E’ quasi sempre per questa ragione che ogni giorno in media tre lavoratori escono al mattina di casa per non rientrarvi mai più.
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Mario Piazza