Netanyahu, guerra a Gaza e contro la Procura. Crisi istituzionale

DI PIERO ORTECA

REDAZIONE

 

Da REMOCONTRO – 

Il governo Netanyahu ha approvato l’espansione dell’offensiva per il controllo totale della Striscia. Ma sotto attacco non è solo qualsiasi forma di autonomia palestinese ma lo stesso ordinamento democratico dello Stato di Israele. L’attacco governativo all’indipendenza della magistratura denunciato questa volta persino dagli ex capi del Mossad.

Guerra contro Israele assieme alla Palestina

«Lo Stato di Israele contro Benjamin Netanyahu», recitava il testo della convocazione alla Corte distrettuale di Gerusalemme due anni fa. L’accusa era (e rimane) quella di «sospetta corruzione, frode e abuso di fiducia». Che succede? Molte delle disgrazie attuali del Medio Oriente e di Gaza in particolare, nascono anche da uno scandalo, definito dagli addetti ai lavori ‘Qatargate’. Un classico scivolone politico, fatto di intrighi, veleni e (presunte) bustarelle, che vede dentro l’attuale premier israeliano ‘Bibi’ Netanyahu.

“Qatargate” che resta esplosivo

Ce lo spiega in due parole Haaretz, il quotidiano liberal di Tel Aviv: «In questa inchiesta, i collaboratori del Primo ministro sono sospettati di aver avuto contatti con una potenza nemica straniera, il Qatar, ricevendo al contempo denaro dallo Stato del Golfo e facendo lobbying per suo conto». In sostanza, da un tale sporco affare, più che dalle dichiarate esigenze di sicurezza, nascerebbe la guerra infinita di Israele su tutti i fronti, dalla Striscia al Libano, dalla Cisgiordania all’estremo sud della Siria. Perché, finché scoppiano le bombe, infatti, i giudici (e gli elettori) possono aspettare. Tuttavia, anche se rallentata, prima dal Covid e poi dall’emergenza bellica, la giustizia ha ripreso (faticosamente) il suo corso, tirandosi però appresso tutta una serie di contraccolpi collaterali. Alcuni dei quali potenzialmente devastanti per l’equilibrio stesso dello Stato ebraico. Così, la vicenda processuale di Netanyahu è diventata un vero e proprio feuilleton, con rinvii, subdole manovre di corridoio e prese di posizione che, dietro il paravento della politica, mascherano interessi di parte.

L’impossibile per non farsi processare

Il Premier le ha tentate tutte per non farsi processare, arrivando ad accarezzare persino l’idea di chiedere una «immunità speciale». Idea poi messa da parte, per il timore di non raccogliere la maggioranza necessaria dentro la Knesset. La guerra, paradossalmente, è stata l’opzione più percorribile: in tempi di quotidiana tragedia, l’emergenza diventa normalità. E fino a quando dura, nessuno si azzarda a presentare il conto. Ma appena le tensioni (e i morti) calano, ecco che si riaprono immediatamente le porte di tutti gli armadi, a mostrare gli scheletri che erano stati frettolosamente affastellati.

Il Procuratore generale

Se l’implacabile accusatore del Premier era stato il vecchio Procuratore generale, Avichai Mendelbilt, non è che quello nuovo scherzi. Anzi, la signora Gali Baharav-Miara ormai, in assenza di un’opposizione politica credibile dentro il Parlamento (la sinistra di Lapid arranca), sembra essere diventata uno degli ultimi argini, davanti alla prepotenza di un esecutivo israeliano sempre più autocratico. Da questo guazzabuglio di interessi composti, dove per restare al potere ‘Bibi’ deve scendere tutti i giorni a patti con gli estremisti messianici e nazionalisti, nasce la proposta di riformare la Costituzione. Ovvero, per dirla più chiara, l’idea di mettere le briglie a una magistratura decisa a fare rispettare le regole, anche ai capintesta del ‘popolo eletto’. Tutti uguali davanti alla legge, come impone qualsiasi democrazia di questo mondo. Ma Netanyahu non si è perso d’animo e ha tentato più volte di cambiare “in corsa” l’organizzazione della magistratura. Finora, i tentativi sono falliti tutti, anche per la risposta della piazza.

Dall’ebraismo in divisa al Mossad

Fino all’anno scorso scioperavano solo i riservisti dell’Aviazione, oggi però il dissenso si sta allargando a macchia d’olio, e coinvolge persino i servizi segreti. La vicenda del tentativo di silurare il capo dello Shin Bet, il servizio di controspionaggio interno, in questo senso è emblematica. Ronen Bar ha però resistito, svelando tutta la vicenda che, a suo dire, partiva da interessi squisitamente personali da parte del Premier. D’altro canto, anche se non per gli stessi motivi, ma più in generale per la conduzione della guerra e per l’esercizio del potere, ritenuto assolutamente prevaricatore, si sono mossi pure molti degli ex capi del mitico Mossad. Cosa che indica, sicuramente, un’incrinatura clamorosa nel rapporto tra l’Intelligence e la Presidenza del consiglio.

Crisi istituzionale

Da un punto di vista strettamente politico, la crisi istituzionale è esplosa domenica, quando sono state presentate alcune proposte di legge tese a dividere in due le funzioni del Procuratore generale. L’alto magistrato si dovrebbe sdoppiare, diventando anche «consulente legale del governo», con tutto quello che ne consegue in termini di indipendenza. Immediata la reazione di Baharav-Miara, la quale ha detto che i progetti fanno parte di un colpo di stato amministrativo che la coalizione di governo sta cercando di attuare. «Si tratta di una misura di ampia portata – ha aggiunto – volta a indebolire le garanzie a tutela dei principi democratici a sostegno dello stato di diritto e a rimuovere le restrizioni legali imposte al governo». Baharav-Miara ha scritto anche che «una delle ragioni principali per opporsi ai progetti di legge è la loro rilevanza personale, poiché il loro risultato pratico è la sostituzione pressoché immediata del Procuratore generale».

“Ha concluso, dicendo che «i progetti di legge sono stati presentati contestualmente ai tentativi di estromettere il Procuratore generale. Di conseguenza, vi è una forte preoccupazione che questi progetti di legge favoriscano importanti interessi personali di funzionari eletti, che sono sotto inchiesta o sono stati incriminati, incluso il Primo ministro».”

 

***

AVEVAMO DETTO

.

Articolo di Piero Orteca dalla redazione di

6 Maggio 2025