DI ALFREDO FACCHINI
Hanno alzato le mani
Tutti. Senza vergogna, senza esitazione. Ora è anche ufficiale: il governo terrorista di Tel Aviv ha votato la “soluzione finale” contro un intero popolo. Ha legalizzato la pulizia etnica.
Hanno scelto, a freddo, l’occupazione militare integrale di Gaza, la deportazione forzata dei suoi abitanti, lo strangolamento definitivo degli aiuti umanitari.
È conquista, espulsione, annientamento
È una dottrina: cancellare Gaza, cancellare i palestinesi, trasformare la distruzione in investimento.
Non una voce contraria. Non un dubbio. Unanimemente, come nei peggiori regimi. La guerra come progetto politico, la fame come metodo, la morte come piano regolatore.
E l’Occidente?
L’Europa balbetta complice, gli Stati Uniti finanziano, benedicono. I governi sanno, vedono, ma non fermano.
Ma il tempo della finzione è finito. Gaza grida, e chi tace è complice. Non esistono più vie di mezzo. O si sta con chi bombarda ospedali, scuole, campi profughi, o si sta con chi ci muore dentro.
O si chiama questo scempio con il suo nome – genocidio, pulizia etnica, apartheid, colonialismo – o si diventa ingranaggio della macchina che lo alimenta.
Oggi chi giustifica, chi copre, chi tace, lo fa davanti al genocidio. E domani non potrà dire: “Non sapevo”.
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Alfredo Facchini