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Dalla Redazione on-line del giornale LA NOTIZIA –
Libertà di stampa, Italia in caduta libera: crolla al 49° posto nella classifica di Reporters sans Frontières (Rsf)

Tre posizioni perse in un solo anno nella classifica globale sulla libertà di stampa. L’Italia scivola dal 46° al 49° posto nell’indice mondiale della libertà di stampa pubblicato da Reporters sans Frontières (RSF) in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa 2025. Il nostro Paese entra così a pieno titolo nella fascia dei Paesi con una “situazione problematica”, secondo la classificazione dell’organizzazione internazionale.
Il rapporto di RSF, che analizza le condizioni del giornalismo in 180 Paesi, punta il dito contro una serie di criticità strutturali e nuove minacce che compromettono il libero esercizio della stampa in Italia. Dalle pressioni politiche sulla Rai e i media pubblici alle leggi bavaglio, fino alle querele temerarie e ai tentativi di concentrazione editoriale, le condizioni per chi lavora nell’informazione sono sempre più fragili.
Le minacce alla libertà di stampa in Italia
Secondo RSF, la libertà di stampa in Italia è minacciata in particolare da organizzazioni mafiose – soprattutto nel Sud – e da gruppi estremisti che esercitano violenza fisica e psicologica contro i giornalisti. La scheda dedicata al nostro Paese denuncia inoltre “un tentativo della classe politica di ostacolare la libera informazione in materia giudiziaria”, con riferimento diretto alla controversa legge bavaglio, approvata dalla maggioranza guidata da Giorgia Meloni. Tale norma vieta la pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare fino all’udienza preliminare, ostacolando concretamente il lavoro dei cronisti giudiziari.
La situazione è aggravata da un fenomeno sempre più diffuso di autocensura, legata al timore di ritorsioni legali o alla linea editoriale imposta dalle testate. In un clima di crescente precarietà, molti professionisti dei media rinunciano a pubblicare inchieste o approfondimenti che potrebbero esporli a rischi giudiziari o personali.
Precarietà, concentrazione e controllo politico
Un ulteriore campanello d’allarme arriva dal fronte dell’indipendenza editoriale. RSF sottolinea come l’annunciata acquisizione dell’Agenzia Giornalistica Italiana (AGI) da parte del deputato di maggioranza Antonio Angelucci, già proprietario di diverse testate, rappresenti un serio rischio di conflitto d’interessi e concentrazione dei media.
Anche i sindacati dei giornalisti denunciano un peggioramento evidente. Il presidente della FNSI, Vittorio Di Trapani, ha definito “asfissiante” il controllo politico esercitato sulla Rai e ha ricordato l’allarme lanciato da Bruxelles: “Tra poche settimane l’Italia rischia una procedura d’infrazione per il mancato rispetto del Media Freedom Act europeo”.
A rendere il quadro ancora più allarmante, il recente caso di spionaggio ai danni di giornalisti, tra cui il direttore di Fanpage Francesco Cancellato. Secondo Di Trapani, si tratta di un ulteriore segnale di deterioramento della libertà di stampa in Italia.
L’analisi nel dettaglio
Nel suo report, RSF parla di “minacce sistematiche” contro i cronisti che indagano su criminalità organizzata, corruzione e mafia. Una ventina di giornalisti vive oggi sotto scorta permanente a causa delle intimidazioni ricevute.
Preoccupa infine la paralisi legislativa che impedisce l’approvazione di provvedimenti a tutela della professione giornalistica. Nonostante i richiami delle istituzioni europee e delle organizzazioni internazionali, il quadro normativo rimane debole e frammentato, mentre le minacce alla stampa libera crescono.
La discesa dell’Italia al 49° posto nella classifica RSF dovrebbe rappresentare un campanello d’allarme per l’intero sistema democratico. Il rischio, secondo la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, è che il nostro Paese stia lentamente scivolando verso un modello di informazione controllata e condizionata, sempre più lontano dagli standard europei.
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