IMPOPOLARE “VON DER NATO” E UE SEMPRE PIU’ A DESTRA

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Dalla redazione di REMOCONTRO –

«Barra a destra e cortina di ferro: la corsa di Ursula», un bel titolo del Manifesto. La necessariamente asettica agenzia Ansa deve comunque rilevare «Von der Leyen a Roma, ma è caos sull’agenda, gelo con FI. Per lei solo incontri a porte chiuse». Nessun incontro con la premier, e Presidente Ue quasi tenuta nascosta.  Remocontro s’è inventato ‘Von der Nato’, ma per molta politica è pure peggio, e non solo a sinistra.

Ursula e le 7 domande che Fabio Fazio non le ha fatto

Prendiamo l’argomento da lontano, apparente facezia resa acuta e piccante dalla penna di Daniele LuttazzI sul Fatto. Domande non fatte e risposte platealmente discutibili mai conteste. ‘Intervista marchetta’, la definisce il severissimo Luttazzi.  A sintesi per non copiare troppo.

  • Uno, ‘Perché non ha scelto un programma giornalistico vero?
  • Due, ‘Si è resa conto che impegnare l’Europa a finanziare e armare l’Ucraina per farle combattere una guerra che non può vincere, è stata una decisione non solo cretina, ma anche irresponsabile, quando con un accordo diplomatico come quello proposto da Scholz la guerra e le sue conseguenze nefaste potevano essere evitate del tutto?
  • Tre, ‘È consapevole che l’annessione dell’Ucraina all’Unione Europea, da lei tanto auspicata, potrebbe dare inizio alla Terza guerra mondiale?
  • Quattro, ‘rafforzare la Difesa Ue con ‘decisioni coraggiose’. Nuove tasse e meno spese sociali per una nuova corsa agli armamenti?
  • Cinque, ‘Sui crimini di guerra. Perché il doppio standard della sua indignazione: gli ucraini sì e i palestinesi no?
  • Sei, Perché non contrasta in alcun modo il neoliberismo, che ha distrutto il Welfare e il lavoro, e moltiplicato le disuguaglianze?
  • Sette (con lo sconto sull’inchiesta della procura europea l’accusa di corruzione sui vaccini anti Covid), ‘Dopo l’alluvione in Romagna, lei andò con la presidente Meloni a fare un sopralluogo nei territori disastrati. Tante promesse, ma ancora nessun aiuto. Anche lei è inaffidabile come Giorgia?

La Von nascosta

La candidata del Ppe arriva a Roma per l’inaugurazione della campagna elettorale del braccio italiano del Ppe, Forza Italia, ma alla manifestazione è assente. Pranza con Tajani, incontra i giovani forzisti, si finge soddisfattissima però l’impegno principale salta. FI che punta su queste elezioni per scalzare la Lega dalla postazione di secondo partito della coalizione, considerava la testimonial controproducente. -spiega Andrea Colombo- Poco popolare. Poco amata dagli italiani. Ma non solo.

“Cavallo azzoppato”, del Ppe

E Tajano deve ammettere: «Il Ppe proporrà al Consiglio il nome di von der Leyen. Poi toccherà al Consiglio decidere, quello è un suggerimento». Il Partito popolare europeo, se resterà il primo partito nel Parlamento. Legittimi sospetti di troppa Washington e troppa destra. E una amicizia stretta anche se seminascosta con Giorgia Meloni.

“Con Urula che aveva mandato prima il leader della Csu bavarese Markus Soeder, quello che diceva «Mai con i postfascisti». Qualche giorno fa magnificava i rapporti tra la Baviera e il governo italiano”.

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Articolo a firma Rem, dalla redazione di

14 Maggio 2024