TELEVENDITE

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Della candidatura di Vannacci mi importa quanto del casting per gli amici di Maria, perché di questo si tratta. Una candidatura miserevole al pari dei programmi spazzatura, un patetico tentativo di salvare l’audience di “telesalvini” che ha ridotto un partito già spregevole nella forma e nei contenuti a una televendita di prodotti miracolosi.
C’è chi le guarda e persino chi si compra le alghe magiche ma grazie al cielo quella che il divoratore di formaggini e salamini ritiene una “maggioranza silenziosa” in cerca di una voce autoritaria, razzista e omofoba si è quasi interamente estinta grazie al cambiamento climatico iniziato con il Sessantotto.
Queste dieci righe sono tutto ciò che dedicherò alla faccenda, e se il voto dei brachicefali sopravvissuti sarà sufficiente per spedire Vannacci a Bruxelles non mi farà né caldo né freddo. Il migliore antidoto a queste porcherie è non parlarne.