LA “QUESTIONE MORALE” PER RENZI, RENZIANI E AFFINI…

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

Per capire quanto interessi la “questione morale” a Renzi, renziani e affini, occorre solo sentire l’intervento di Giachetti, a difesa della “collega” Santanchè, o meglio a motivazione del voto negativo del gruppo di Italia (semi)Viva, alla mozione di sfiducia che riguardava la ministra. Un intervento delirante nel quale la pitonessa veniva difesa perché, a dire del “pasdaran renziano”, perseguitata. Ma un’apoteosi di pernacchie l’intervento avrebbe meritato quando, preso dalla vis difensiva, il nostro ha sfoderato il paragone fra la malvestita frequentatrice di privée vip a Forte dei Marmi e due altri “grandi perseguitati” dalla giustizia: Renzi e Berlusconi. E stica*zi! Si potrebbe dire. Bene io lo dico.
Ma chi è Giachetti?
Già componente di partito radicale, margherita, Rutelli Boys, radicali transnazionali (in qualsiasi nazione si trovassero erano transnazionali), PD, adesso pasdaran di Renzi e teorico della via renziano-saudita al liberismo (senza, per il momento, decapitazioni), non è nuovo a manifestazioni di intolleranza di vario tipo (fra lui, Capezzone, Bonino ed altri ex radicali scegliere il peggiore è un bel problema).
Famoso il “hai la faccia come il cu*o” rivolto a Speranza ed il “avete la faccia come il cu*o” rivolto alla minoranza dem, colpevoli di non essere d’accordo con il suo datore di lavoro, oltre che titolare del fondoschiena preferito dalla sua lingua, Renzi.
Non si fermò a tanto. In una successiva riunione del PD, giunse ad invitare coloro i quali dissentivano con il suo “lider Maximo”, a togliere il disturbo, usando una elegante perifrasi resa più efficace dall’inserimento di un francesismo: “andate fuori dai cog*ioni”, ribadendo il suo radicalissimo concetto di democrazia.
Famoso per i suoi digiuni (alcuni durati mesi) con annesso ricovero ospedaliero, scongiuri di amici (su cosa facessero i nemici non sono, purtroppo, giunte notizie ma si può immaginare), dimagrimenti di almeno 6 etti e mezzo e strascichi sulla salute che gli si notano tutti in viso, poraccio. Uno di quei digiuni, poi passato alla storia, fu contro il Porcellum. Digiuno che non gli impedì, poi, di votare a favore del rosatellum, porcata peggiore dell’oggetto del digiuno. Un altro digiuno ci fu per calendarizzare una legge sul conflitto di interessi presentata da Frattini (uahahahahah).
Un paio d’altri per l’elezione di membri del CSM. Uno per introdurre la responsabilità civile dei giudici. Altri ancora perché voleva dimagrire ed il dietologo non era reperibile. Insomma, uno che ha sempre avuto il coraggio di dire quello che pensava… Renzi.
Famoso per aver scritto un libro Con Alberto Gaffuri (chi cacchio è? Boh…)Sigaro, politica e libertà, Roma, Rubbettino Editore, 2018 (titolo dove c’è solo una cosa di cui veramente capisce qualcosa: il sigaro)
Famoso, inoltre, per aver perso tutte le elezioni alle quali si è presentato. L’ultima con Virginia Raggi che lo surclassò con un 67 e qualcosa contro un 32 e qualcosa (e si capisce quanto lo amassero i romani, ai quali chiese il voto). Ma contro di lui, senza nulla togliere a Virginia, avrebbe vinto pure il figlio scemo di Bombolo.
Eletto in Parlamento in collegi sicuri (la penultima volta nel feudo renziano in Toscana, l’ultima con i voti di Calenda). Un nominato a vita. Nomine che ne hanno garantito la presenza ininterrotta in parlamento dal 2001. Oggi è con Italia Viva. Possibile (o auspicabile) che alle prossime elezioni, se non interverrà un soccorso a favore suo e del suo signore e padrone, politico si intende, toglierà finalmente il disturbo. O, a dirla con una perifrasi condita con un francesismo a lui caro, “si toglierà dai cog*ioni”.
Amen.
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Giancarlo Selmi