PER UNA SCATOLETTA DI TONNO …

DI CLAUDIO KHALED SER

 

Nonostante l’approvazione della risoluzione ONU per un immediato cessate il fuoco a Gaza, lo stato ebraico ha ieri preso di mira, ancora una volta, la città di Khan Yunis e quella di Rafah.
Oltre 60 bombardamenti in 24 ore, decine di vittime tra i civili, come quelle dell’ospedale di Al Shifa, spacciati dagli ebrei per “terroristi” di Hamas.
La violenza contro i civili e il tentativo di risolvere i conflitti terrorizzando i civili è proprio nello spirito dell’impero americano e anglosassone praticamente da sempre, sin dai tempi della Compagnia delle Indie.
Così mentre gli Usa tentano di nascondere le loro responsabilità nell’attentato di Mosca e nell’inutile strage di ucraini che stanno sponsorizzando, hanno fatto in modo di far saltare il cessate il fuoco in Palestina.
Con cinica ipocrisia la delegazione statunitense ha bloccato per sei mesi qualsiasi risoluzione Onu per il cessate il fuoco a Gaza, ma rendendosi conto che l’amministrazione Biden non può apparire come complice se non come ispiratrice di Netanyahu, venerdì scorso ha presentato il proprio progetto di risoluzione apparentemente volta a fermare le ostilità in modo che gli aiuti umanitari possano raggiungere la popolazione affamata di Gaza.
Si tratta di una proposta di carattere mediatico, ovvero buona soltanto per essere spesa nei titoli dei giornali. In realtà la squadra americana ha collegato la proposta di cessate il fuoco al rilascio degli ostaggi e al ripudio di Hamas, il che non fa altro che ribadire la posizione israeliana per una una “soluzione definitiva” della questione palestinese.
Il progetto di risoluzione inoltre non ha richiesto esplicitamente un cessate il fuoco immediato , ma ha adottato un linguaggio deliberatamente ambiguo inteso a dare a Israele sufficiente flessibilità giuridica per continuare la sua aggressione.
In breve, il progetto di risoluzione statunitense è stato un cinico inganno architettato dai sostenitori della sanguinosa campagna israeliana a Gaza, riversando ulteriore vergogna sull’amministrazione e sul popolo americano.
Insomma la delegazione statunitense non ha “chiesto” un “cessate il fuoco immediato” come è stato ampiamente riportato in Occidente, ormai collegato alla menzogna come a un polmone artificiale.
Ciò che diceva il progetto di risoluzione era che “un cessate il fuoco immediato e prolungato era imperativo”, ma c’è un’enorme differenza tra una risoluzione che invoca l’autorità delle Nazioni Unite per “chiedere” un cessate il fuoco, e una che afferma semplicemente che un cessate il fuoco è necessario.
Di certo si tratta di una distinzione che potrebbe sfuggire a chi non è aduso ai trucchetti diplomatici e potrebbe essere presa come un’espressione di buona volontà degli Stati Uniti come in effetti ha fatto l’informazione occidentale.
Ma si tratta in realtà di una pietra tombale sulla questione palestinese e una promessa sostanziale che gli Usa continueranno a fornire allo stato ebraico tutta la copertura possibile qualunque cosa accada.
Hamas ha chiesto agli Usa di “non gettare in mare” gli aiuti alimentari, ma di recapitarli via terra.
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Potrebbe essere un'immagine raffigurante 3 persone, uccello marino, oceano, folla e acqua
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Anche ieri oltre 20 persone sono annegate nel tentativo di recuperare una scatoletta di tonno e altri “aiuti” gettati al largo della costa.
Sarebbe questo l’aiuto ?
Adesso aspettiamo di vedere come e quando si concretizzerà la risoluzione ONU. Gli israeliani non intendono fermare il loro sterminio, incuranti dell’ondata di odio che ormai li sta travolgendo in tutto il mondo.
E’ chiaro che anche un ipotetico governo “dopo Netanyahu” dovrà fare i conti col disprezzo che ormai avvolge lo staterello fantoccio.