GIORGIO “JORGE” PERLASCA, SEMPLICEMENTE UN EROE

DI PIERO GURRIERI

REDAZIONE

 

Giorgio “Jorge” Perlasca è la prova vivente di come, a un certo punto della vita, persone normali possano trasformarsi in eroi.
Nato a Como, si trova a Budapest nel 1943. Rifiuta di aderire alla Repubblica Sociale Italiana di Mussolini, per questo è ricercato dai tedeschi, fino ad essere arrestato. Scappa, si rifugia presso l’ambasciata spagnola.
Gli spagnoli non dimenticano che, Perlasca in passato, ha combattuto per loro, gli danno una cittadinanza fittizia e un passaporto taroccato, intitolato all’inesistente «Jorge Perlasca».
Mi sono salvato, pensa lui, ora tocca a me salvare dell’Olocausto gli ebrei, in Ungheria li stanno massacrando tutti. Per i tedeschi Perlasca è ormai un diplomatico, tra il 1944 e il 1945 ne nasconde a centinaia in case controllate dall’ambasciata spagnola, firma di pugno salvacondotti, salva 5218 ebrei, e impedisce l’incendio del ghetto di Budapest con 60mila ebrei dentro minacciando i tedeschi di conseguenze legali.
“Jorge” Perlasca è un eroe, eppure nemmeno esiste all’anagrafe. Per questo, torna in Italia e non dice niente a nessuno.
Passano 30 anni e accade l’imprevisto.
Un gruppo di donne ebree ungheresi cercano da una vita il “diplomatico” che le ha salvate, finalmente l’hanno trovato, hanno bisogno di dire a tutti che quell’uomo anziano di cui nessuno sa nulla è un eroe. “Telefonarono qualche giorno prima, vennero in rappresentanza di famiglie salvate da uno strano console spagnolo. Portarono dei doni”.
“Signor Perlasca” dissero “li deve tenere lei perché senza di lei non avremmo avuto né figli né nipoti”.
Giorgio Perlasca morì nel 1992. il 23 settembre 1989 è stato insignito da Israele del riconoscimento di Giusto tra le Nazioni. Al museo Yad Vashem di Gerusalemme, nel vialetto dietro al memoriale dei bambini è stato piantato un albero a lui intitolato. In Israele, inoltre, gli è stata dedicata una foresta, in cui sono stati piantati 10.000 alberi, a simboleggiare le vite degli ebrei da lui salvati in Ungheria. E a Budapest, nel cortile della sinagoga, il suo nome di Perlasca appare in una lapide che riporta l’elenco dei Giusti.
Il 31 gennaio, avrebbe festeggiato il suo compleanno: “Vedevo delle persone che venivano uccise e, semplicemente, non riuscivo a sopportarlo. Ho avuto la possibilità di fare e ho fatto. Tutti, al mio posto, si sarebbero comportati come me.”
Onore a un grande Italiano
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