IL VICOLO CIECO DEL DISEGNO DI LEGGE DI CALDEROLI

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Pino Aprile dalla redazione on-line del giornale La Notizia

Oggi il disegno di legge Calderoli sull’Autonomia differenziata approda al Senato, prima deve passare la foglia di fico dei LEP (livelli essenziali delle prestazioni).

Il vicolo cieco del disegno di legge di Calderoli
Pino Aprile

Il disegno di legge di Roberto Calderoli (che definì i napoletani “Topi da derattizzare”) sull’Autonomia differenziata per rendere costituzionali ulteriori privilegi al Nord (a spese di tutti) e negare di fatto diritti fondamentali al Sud, approda in Senato. I parlamentari meridionali della maggioranza sono pronti a votarlo: hanno già approvato l’ordine del giorno della Lega, per dare paghe più basse agli insegnanti del Sud; fatto passare il furto di quasi quattro miliardi dal fondo di perequazione destinato ai Comuni più poveri del Sud; condiviso lo svuotamento del PNRR di progetti per il Sud da finanziare (forse…) con le risorse Coesione-e-Sviluppo, che pur essendo già all’80% per il Sud, verrebbero dirottate altrove; eccetera.

E uno dei due relatori del disegno di legge è del Sud, il molisano Costanzo Della Porta. Nel patto per l’autonomia siglato da governo Gentiloni (Pd) e Regione Veneto (Zaia, Lega), si prevedeva che il trasferimento di competenze dal Centro alle regioni consentisse a queste di trattenere sino al 90% delle tasse statali e divenissero di proprietà regionale i beni demaniali di Stato e le opere pubbliche realizzate coi soldi di tutti gli italiani. La foglia di fico per far passare il mostro sono i LEP, i livelli essenziali delle prestazioni da offrire in egual misura a tutti i cittadini (salute, istruzione, ecc.). In 23 anni, non sono stati varati. Ora, in pochi mesi, una Commissione ha buttato giù una indicazione.

Ma non basta definire i LEP, e nemmeno finanziarli, bisogna farli. E servono decenni. Il passaggio di competenze dal governo alle Regioni deve avvenire senza aggravio di spesa, ma solo per tre di quei poteri servirebbero da 80 a 100 miliardi. Per finanziare i LEP, anche le Regioni del Sud potrebbero trattenere parte delle tasse statali, obiettano. Ma al Sud il reddito medio è circa metà di quello del Nord e già adesso i Comuni meridionali devono imporre tasse più alte che al Nord, senza riuscire a garantire quello cui i cittadini avrebbero diritto. Si dice che ormai “qualcosa bisogna dare”, perché la Lega possa gridar vittoria prima delle elezioni europee. Ma una volta aperta la strada, passerebbe tutto. Se Fratelli d’Italia non converge sull’Autonomia differenziata, la Lega blocca la riforma del Premierato per dare più forza al capo del governo. Un paradosso: per avere più poteri al centro, Giorgia Meloni trasferisce i poteri alle Regioni. Un vicolo cieco.

di Pino Aprile, scrittore e autore del libro “Terroni”

del giornale
Direttore Gaetano Pedullà
16 Gennaio 2024