I TUNNEL DI GAZA

DI CLAUDIO KHALED SER

 

La “metropolitana di Gaza” é una fitta rete di tunnel che si estende praticamente per tutta la Striscia, collegando non solo i quartieri della City, ma anche (e soprattutto) i territori al di fuori di essa.
I tunnel sono moltissimi, un calcolo esatto non é possibile farlo e coprono una distanza complessiva che supera i 500 km.
Da anni Hamas ha costruito un’estesa rete di gallerie sotterranee, utilizzate per importare all’interno della Striscia beni di prima necessità.
Nelle precedenti guerre tra Israele e Hamas, i tunnel sono sempre stati uno degli obiettivi principali dei bombardamenti israeliani, cosa che spesso però ha portato a bombardamenti su aree popolate da civili.
Parlo di case, di scuole, di ospedali.
Con le Persone dentro.
I primi tunnel, furono costruiti a partire dagli anni Ottanta per collegare la Striscia di Gaza all’Egitto: in quegli anni non avevano scopi militari, e venivano usati per importare illegalmente beni di vario tipo a Gaza, territorio che allora era occupato da Israele con modalità simili a quelle applicate oggi per la Cisgiordania (quindi con insediamenti separati dal resto del territorio palestinese).
La rete subì un notevole ampliamento a partire dal 2007, quando Hamas prese il controllo della Striscia di Gaza
In risposta, Israele ed Egitto imposero un rigidissimo embargo sul territorio e presero il controllo di tutto ciò che entra (almeno ufficialmente) a Gaza, compresi il carburante, l’acqua potabile, l’energia elettrica e le medicine.
L’importazione di alcuni materiali è completamente vietata, tra cui le apparecchiature elettroniche (che potrebbero essere usate per costruire armi) e i materiali edili.
Il territorio della Striscia è ulteriormente isolato da una recinzione costruita da Israele lungo tutto il confine, che negli anni è stata costantemente rafforzata rendendo molto difficile per gli abitanti di Gaza spostarsi e avere contatti con l’esterno.
Tra il 2016 e il 2021 Israele rafforzò parti della recinzione costruendo un muro che oltre a svilupparsi in alto penetra profondamente anche sottoterra. Il muro sotterraneo si estende per 65 chilometri, è fatto di ferro, cemento e acciaio ed è equipaggiato con centinaia di sensori e telecamere.
Non è però stato sufficiente a bloccare i traffici sotterranei di Hamas, che ha sempre continuato a utilizzare le gallerie sotterranee.
Le gallerie si presentano come stretti cunicoli in cui può passare una persona per volta, con i muri generalmente rafforzati in cemento. Alcuni si sviluppano interamente nel sottosuolo della Striscia, mentre altri arrivano sul confine con Israele o con l’Egitto.
Per molti abitanti di Gaza rappresentano una delle poche modalità con cui è possibile ottenere beni di prima necessità, a partire dal cibo e dai medicinali.
Oggi, tra le altre cose, viene usata dai miliziani per spostarsi ed entrare nel territorio di Israele: per questo il sistema dei tunnel viene spesso soprannominato “la metropolitana” di Gaza.
Essendo larghi poco più di un metro e alti due, non consentono né trasporti voluminosi, né tanto meno delle soste prolungate.
Quindi é inimmaginabile il trasporto, attraverso i tunnel, dei razzi e missili che partono da Gaza verso Israele ed é assurdo pensare che vi possano essere rinchiuse oltre 200 Persone, catturate durante i raid del 7 Ottobre.
Ma i tunnel sono sempre stati la “spina nel fianco” dei sionisti, autentico terrore dei militari israeliani che hanno cercato in ogni modo di distruggerli anche a costo di bombardare tutto quello che ci sta sopra.
Lo stanno facendo anche adesso e di sicuro, qualche galleria verrà bloccata, ma centinaia d’altre continueranno ad esistere, consentendo ai Palestinesi di sopravvivere.
E di continuare a lottare.