UN DESERTO CHIAMATO PALESTINA

DI CLAUDIO KHALED SER

 

Tra poche ore l’esercito israeliano entrerà nella Striscia di Gaza, per quella che é già stata definita “una risposta senza precedenti” alle azioni militari del gruppo armato di Hamas.
Migliaia di palestinese stanno abbandonando non solo Gaza City, ma tutti i villaggi a nord, dirigendosi verso Khan Yunus ma sorattutto cercando d’arrivare a Abasan dove si é trasferita l’unica organizzazione umanitaria ancora presente in Gaza, l’ Unwra.
Gaza City é già una città distrutta.
I raid aerei ed i cannoneggiamenti via mare, l’hanno ridotta ad un cumulo di macerie.
Tra quelle rovine dovranno muoversi i soldati israeliani per cercare, casa per casa, gli uomini di Hamas.
Non c’é dubbio che, pur pagando un prezzo molto alto in vite umane, Israele militarmente vincerà la guerra.
Ma politicamente la perderà.
Anche distruggendo la Striscia, anche uccidendo centinaia di “guerriglieri” di Hamas, NON riuscirà a sconfiggerlo.
Moriranno forse gli attuali leaders, ma altri prenderanno il loro posto, perché la Palestina non é solo una terra, una città o una Striscia, Palestina é l’anima del Popolo Palestinese, é dentro ogni Uomo, Donna o Bambino nato e cresciuto in Palestina.
E questo NON lo puoi uccidere.
Un sentimento lo puoi fare a pezzi, ma non riuscirai mai cancellarlo.
Gli israeliani non potranno governare Gaza, 2,5 milioni di Persone non le puoi tenere incatenate.
Dopo aver distrutto tutto, se ne andranno.
E allora, in quel momento, i Palestinesi ricominceranno a costruire il sogno palestinese.
E verrà un nuovo Hamas, un altro Movimento forse peggio, nasceranno altre Brigate.
Perché dall’odio nasce solo odio.
E la Pace in Medio Oriente sarà come un miraggio nel deserto.
Un deserto chiamato Palestina.
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