LE ILLUSIONI DELLA POTENZA TECNOLOGICA OCCIDENTALE

DI MICHELE MARSONET

 

Dalla redazione di REMOCONTRO

 

Senza parteggiare per Hamas, Hezbollah o altre formazioni islamiste radicali, occorre riconoscere che gli ultimi avvenienti segnano una svolta storica in Medio Oriente, e non solo. Risulta incrinato il mito dell’invincibilità di Israele e dell’onnipotenza dei suoi servizi di intelligence che, questa volta, sono stati clamorosamente ‘bucati’, come bene ha spiegato stamane Piero Orteca.

Errore “modello americano”

L’errore compiuto, a ben guardare, è del tutto analogo a quello che condusse alla sconfitta Usa in Vietnam e, più recentemente, in Afghanistan. Gli americani si illusero che la loro superiorità tecnologica garantisse loro di prevalere sui vietcong e i mujaheddin afghani, armate di popolo straccione. Non fu così, come tutti sappiamo, carri armati potenti e aerei avanzati non garantiscono affatto la vittoria quando i nemici si muovono sul loro territorio con azioni di guerriglia, e sono mossi da forti identità politiche nazionali o religiose. fanatismo ideologico e/o religioso.

Israele e il trauma Netanyahu

Gli israeliani, con un governo debole e una società profondamente spaccata, continuano a pensare ai loro passati successi in guerre tutto sommato convenzionali. Tuttavia è più facile battere sul campo di battaglia l’esercito egiziano o siriano di quanto non sia vincere combattenti che praticano forme di guerra ibrida che colpiscono anche la popolazione civile.

Tecnologia di poco conto e in vendita

Inevitabile concludere che la superiorità tecnologica non garantisce un bel niente, anche perché, nel frattempo, pure i nemici si sono dotati di armi tecnologicamente sofisticate. Né bisogna scordare che, nelle guerre, è soprattutto il fattore umano a contare.
Le forti appartenenze sono dunque in grado di superare qualsiasi gap tecnologico. E non bastano i muri, per quanto alti siano, a proteggere i cittadini da nemici che sono animati da un odio antico e alimentato.

Attacco di Israele a Gaza a colpire cosa?

Ci si chiede, per esempio, cosa si proponga di ottenere Israele inviando quella lunghissima colonna di mezzi corazzati verso Gaza, oppure bombardando obiettivi in una città in cui è in pratica impossibile distinguere le abitazioni civili dai siti militari. L’esito non può essere che un massacro, in grado di alienare a Israele altre simpatie e di rimettere in gioco l’unità dei Paesi arabi.

Il bambino ebreo terrorizzato

Certo, alcuni filmati sono davvero raccapriccianti. Ho visto un bambino israeliano catturato e portato a Gaza circondato da alcuni ragazzini palestinesi che lo picchiavano urlandogli in faccia ‘Ebreo!’. E il viso terrorizzato del bambino israeliano vale più di mille giustificazioni geopolitiche di Gerusalemme.

Lezione possibile da trarre?

La superiorità tecnologica e militare non è da sola in grado di garantire sicurezza. La soluzione dovrebbe invece essere politica, con la creazione di uno Stato palestinese dotato di confini certi e sicuri. Come riuscirci, in presenza di movimenti il cui scopo formale resta ancora la distruzione di Israele è il mistero politico da svelare.

“Probabilmente nel futuro di una classe politica israelo-palestinese, araba ed internazionale di ben altra portata rispetto alle attuali leadership in campo”.

 

Articolo di Michele Marsonet, dalla redazione di

9 Ottobre 2023