MORIRA’ SUL CAMPO

DI ANTONELLO TOMANELLI

ANTONELLO TOMANELLI

Il più fulgido esempio di sacrificio e abnegazione si chiama Carlos Alcaraz. Alle semifinali del Roland Garros per due set ha lottato alla pari contro un Novak Djokovic in forma smagliante, aggiudicandosi il secondo e sfoderando dei colpi che avevano ben poco di umano, alcuni applauditi dallo stesso Djokovic.

Poi, improvvisamente, un micidiale crampo al polpaccio destro mette Alcaraz fuori gioco. Chiede due medical time, ma a ritornare in campo è qualcosa che nemmeno si avvicina alla sua ombra. Gioca solamente con il braccio, mentre con le gambe si muove al 15% delle sue possibilità. Eppure rimane in campo, fino alla fine. Che non tarda ad arrivare. Infatti, il punteggio degli ultimi due set parla da sé: 6-1 6-1 per il serbo.

Dopo l’infortunio, Djokovic è stato a più riprese fischiato dal pubblico parigino, probabilmente perché ha frugato nel suo immenso repertorio trovando colpi che mettessero il più possibile in difficoltà l’avversario. Come le numerose palle corte, impossibili da recuperare per un disabile.

Così, Djokovic vola in finale, che disputerà domenica contro il vincente tra Casper Ruud e Alexander Zverev. Ma per lui, quello stadio, sarà un inferno.