TRENT’ANNI

DI ALFREDO FACCHINI

Alfredo Facchini

 

 

Esultano. Stappano champagne. Si congratulano. <<Lo Stato c’è>>, giura la papessa nera che si è subito intestata il successo dell’operazione che ha portato all’arresto dell’ultimo dei corleonesi, Matteo Messina Denaro.
Peccato che lo hanno beccato, appena dopo 30 anni di latitanza. E non in Australia, ma sotto casa a Palermo, in Sicilia.
Nel frattempo, mezza economia è saldamente nelle mani delle mafie. Quartieri interi, da Sud a Nord, sono infestati dalle droghe e dall’usura.
Ma si sa, la macchina della Giustizia in Italia viaggia con le ruote sgonfie quando c’è di mezzo la mafia. Per catturare, Riina, c’hanno impiegato 24 anni, per Provenzano, addirittura 43.
E questi esultano.
In realtà, bisognerebbe entrare nel merito di questo arresto eccellente. Il sospetto che sia stato frutto di una “trattativa” , un “do ut des”, è concreto.
C’è una profezia che suona sinistra, quella di Salvatore Baiardo, che all’inizio degli anni ’90 gestì la latitanza dei fratelli Graviano, Giuseppe e Filippo.
In un’intervista di appena due mesi fa Baiardo avverte: <<Che arrivi un regalino? Magari presumiamo che un Matteo Messina Denaro sia molto malato e faccia una trattativa per consegnarsi lui stesso per fare un arresto clamoroso?>>.
Così parlò Baiardo il 5 novembre 2022 davanti alle telecamere della trasmissione di La7 “Non è l’Arena”.
Profezia avverata. Baiardo, non è un chiaroveggente o un mitomane, è un uomo informato sui fatti. In quell’intervista, Baiardo dichiarò che l’arresto del super boss sarebbe stato un <<regalino al nuovo governo>>, ma non solo: Baiardo disse anche che <<la trattativa Stato-mafia non è mai finita>>, ipotizzando un legame con l’ergastolo ostativo.
Matteo Messina Denaro si è presentato all’appuntamento senza bodyguard, non ha fatto resistenza, non ha negato le sue generalità, non è stato neanche ammanettato.
Non c’è niente da esultare.
Non è la vittoria di nessuno.
È semplicemente qualcosa che doveva accadere molto, ma molto, tempo prima. Festeggeremo solo quando qualcuno un giorno ci rivelerà i nomi di tutti quelli che lo hanno protetto e favorito. Ci vorranno altri 30 anni?